Roma, Mostra Antologica della pittrice botanica Marina Virdis, Spazio Arti Floreali
Dal 7 al 30 marzo saranno in mostra 35 tavole della ricercatrice, attivista sociale, scrittrice e giornalista dalle quali traspare la stessa energia generata dalla natura.I soggetti, piante e fiori della sua Sardegna sono dipinti esclusivamente dal vivo, frutto di una profonda competenza botanica
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Mostra Marina Virdis invito
(AGR) Da venerdì 7 marzo 2025 alle ore 18.00, lo Studio Arti Floreali presenta, nel suo Spazio Arti Floreali, la mostra antologica dedicata a Marina Virdis (1950-2023), “pittrice botanica” ma anche ricercatrice, attivista sociale, scrittrice e giornalista, insegnante e divulgatrice, già insignita nel 1999 della Silver Gilt Medal e nel 2000 della Gold Medal della prestigiosa Royal Horticultural Society e nel 2002 della Margaret Granger Memorial Silver Bowl della SBA (Society of Botanical Artists).
In mostra 35 tavole dalle quali traspare la stessa energia generata dalla natura: i suoi soggetti, spesso piante e fiori della sua terra natale - la Sardegna -, sono dipinti esclusivamente dal vivo realizzando veri e propri ritratti di “superba raffinatezza e complessità compositiva”, come sottolinea Lucia Tongiorgi Tomasi, storica dell’Arte dell’Università di Pisa.
Come scrive Lucia Tongiorgi Tomasi nel testo in catalogo: «Difficile andare con la memoria a quando l’arte botanica contemporanea abbia mosso i primi passi in Italia, stimolata dalle felici esperienze della tradizione anglosassone-statunitense. Fu l’esposizione Flowers in Art from East and West allestita nel 1979 presso il British Museum di Londra ad attestare come i fiori, al di là della tradizione decorativa che hanno sempre rivestito, si fossero imposti fin da tempi remoti nella tradizione figurativa occidentale e orientale, costituendo un soggetto autonomo e autosufficiente sotto il profilo estetico. In Italia la questione se esistesse o meno un’ ‘arte botanica’ risultò più ostica da accettare in un clima ancora accademico, dove il rapporto tra ‘arte’ e ‘scienza’ incontrava non poche perplessità e perfino resistenze.
Due fenomeni, d’altra parte strettamente interconnessi, hanno portato, anche a seguito delle influenze di altri paesi, alla nascita e all’affermazione dell’arte botanica italiana: lo studio e l’analisi critica perseguiti fin dagli anni Ottanta su alcuni antichi erbari dipinti e la ‘riscoperta’ di grandi artisti del passato che avevano tratto ispirazione dal mondo vegetale (in particolare Jacopo Ligozzi e Giovanna Garzoni) e, sulla scia del londinese Royal Botanic Gardens di Kew, l’organizzazione di corsi di pittura botanica condotti nell’Orto Botanico di Roma dove insegnarono fin dai primi anni Novanta la pittrice e giardiniera tedesca Henrike Berg Panà e il pittore Luca Palermo.
A questa precoce e originale esperienza partecipò attivamente anche Marina Virdis, nella convinzione che il mondo vegetale potesse costituire materia sufficiente per esprimere il proprio mondo poetico. In Marina, la lettura e l’interpretazione del mondo naturale costituiva non solo il riflesso di una profonda e sincera sensibilità per l’ambiente, ma soprattutto l’amore per la sua Sardegna dove, dopo tante peregrinazioni, era voluta ritornare definitivamente, pur rimanendo in continuo contatto con il panorama culturale internazionale. Lo stile di Marina Virdis è dunque il frutto di una sincera vena istintiva e di una profonda competenza sulla flora mediterranea, ma anche di un indefesso esercizio di sperimentazioni compositive, grafiche e cromatiche che esprimono un linguaggio stilistico personalissimo che, aborrendo formule ripetitive, varia in ciascuna tavola a seconda dello specifico reperto vegetale che ha attratto il suo interesse e mosso la sua fantasia.»
Spazio Arti Floreali
Vicolo della Campanella 42- Roma
foto da comunicato stampa