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Alla scoperta dei castelli dell'Emilia

print24 novembre 2014 23:37
(AGR) “Scoprire  castelli e  parchi non significa soltanto venire a contatto con la natura, ma anche creare grandi opportunità in senso turistico ed occupazionale”. E’ quanto ha dichiarato Agostino Maggiali, Presidente dei Parchi del Ducato di Parma e Piacenza, nel corso dell’incontro avuto con rappresentanti istituzionali, stakeholders  e giornalisti che hanno partecipato ad un Educational Tour organizzato nell’ambito del progetto di comunicazione e promozione turistica finanziato dall’Asse 4 del POR FESR Emilia-Romagna 2007/2013 e dalle Province e dalle Camere di Commercio di Parma e Piacenza. “I parchi del Ducato, ha detto ancora Maggiali, nascono da una legge regionale e rappresentano una rete di aree protette che si pone come un esempio straordinario di biodiversità. Tanta natura ma anche tanta cultura, storia ed enogastronomia. Si tratta indubbiamente di un territorio ricco di eccellenze che va tutelato ma anche sviluppato con la creazione di nuovi progetti che mìrino all’educazione ambientale, alla conservazione del paesaggio, alla creazione di sentieri e ciclopiste. Occorre insomma dare un'organizzazione turistica all'intera area per  accogliere nel migliore dei modi  quanti ci vengono a  far visita.”.

E’ stata indubbiamente un'importante occasione per l’intero territorio dei Parchi e dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza che ha avuto la possibilità di presentare alcune delle sue enormi potenzialità: dai due Musei della Pasta e del Pomodoro a Collecchio, parte del più ampio sistema dei Musei del Cibo: straordinari esempi del valore storico-culturale che queste realtà rappresentano per la nostra gastronomia. Dalla Rocca Sanvitale di Sala Baganza al Castello di Fontanellato nelle cui sale sembrano ancora aleggiare gli spiriti di alcuni personaggi appartenenti alle più blasonate famiglie dell’aristocrazia italiana. Il circuito coordina oggi 23 Castelli, tutti situati in quella che viene considerata la Food Valley, estesa dall’Appennino al fiume Po, 14 Alloggi di Charme per un complesso di 388 posti letto con possibilità di dormire in suite uniche e indimenticabili.

“I Castelli, ha detto Stefano Landi, Presidente della SL&A, che ha curato il Press Tour, sono oggi poche migliaia, quasi tutti costruiti in Europa fra l’XI e il XVI secolo. Ciò significa che questa grande fabbrica si è esaurita da almeno cinque secoli. L’Italia ne possiede circa 750, ma anziché rappresentare una risorsa, vengono spesso considerati un problema per gli alti costi di manutenzione, pur in presenza di una richiesta molto sofisticata soprattutto dall’estero. E’ giunto il momento, ha detto ancora Landi, di mettere a reddito queste strutture che non sono solo generatrici di costi ma anche di ricavi”.  

All’incontro hanno preso parte anche alcuni giovani che, dopo aver concorso al Premio Nazionale “Talento Italiano” 2014 con progetti innovativi di promozione turistica, hanno dato dimostrazione pratica dell’applicabilità delle loro idee anche al territorio dei Parchi e dei Castelli di Parma e

 

 

Piacenza. Particolarmente interessante il progetto Astronomitaly di Fabrizio Marra, la cui idea è quella di creare una rete di strutture e luoghi privilegiati per l’osservazione del cielo stellato dando così il via a quello che potrebbe rappresentare una nuova area di mercato: il “turismo astronomico”. Non da meno anche il progetto Aiyihaoyi di Erica Giopp e Fabio Giardina che vogliono gettare un ponte fra Italia e Cina, partendo dal presupposto che soltanto il nostro Paese è in grado di far vivere certe emozioni, ma che serve un facilitatore madrelingua che le possa mettere in luce; e Tourango di Marialba Pandolfini, un marketplace online (Tourango) per la prenotazione di visite guidate effettuate direttamente da chi nei luoghi vive e abita. Infine l’Associazione TassoBarbasso, che permette a chiunque di poter vivere l’esperienza di viaggi nella natura “camminando con la testa”.

“Il nostro territorio, ha concluso Paolo Bianchi, Sindaco di Collecchio, può essere considerato il più grande distretto di macchine alimentari del mondo, dove si produce e si trasforma con la stessa intensità. Ma non si pensi solo ad un territorio agricolo-industriale perché qui ci sono variabili molto diverse a cominciare dall’informatica per finire al turismo. Così come non deve essere valutata soltanto la produzione di massa a discapito di quella di qualità. Com’è noto, infatti, siamo depositari di alcune eccellenze introvabili altrove, malgrado i ripetuti tentativi, a volte grotteschi, di copiare ciò che soltanto nel nostro territorio è possibile produrre.” 

 

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