Mario Corso
La scomparsa del 'Mancino di Dio'
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E' morto Mario Corso della mitica Inter di Helenio Herrera
(AGR) (AGR) ROMA (R.B.) - Capita, a volte, di chiedersi che fine abbia fatto questo o quell’atleta, quell’artista e quando arriva la notizia che uno di quei ragazzi ci ha lasciato per sempre, la nostra mente si affolla di tantissimi ricordi che lo riguardano, lontani nel tempo, con date che magari non sono proprio quelle, ma sempre vivi, anche se riposti in qualche remoto angolo della nostra memoria. ‘È morto Mario Corso’: apprendiamo la notizia e subito nella nostra mente arrivano, in ordine sparso e disordinatamente, centinaia, migliaia di ricordi collegati, che ci riportano a tantissimo tempo fa, a partite ormai diventate leggendarie.
Mario Corso cioè l’Inter di Helenio Herrera: quella squadra invincibile che trionfava su tutti i campi ai tempi che per vedere una partita di coppa bisognava andare al bar di via xx settembre, uno dei pochi che avesse il secondo canale.
Nella mitica Inter di Helenio Herrera, Mario Corso non era un violino di fila, ma un autentico solista, un vero leader, e insieme al leggendario Luisito Suarez ne era la vera anima. Ancora oggi, i nomi dell’Inter di Herrera scorrono veloci nella mente e capita che magari non ti ricordi la formazione della tua squadra, ma quel ‘Sarti.Burgnich, Facchetti… fino ad arrivare a …Suarez. Corso’ è come un mantra indelebile. Mario Corso è davvero un’autentica leggenda del calcio italiano. Ciò che ha dato all’Inter e alla Nazionale rimarrà incancellabile.
Se i tanti giocatorini piovuti nel nostro campionato da chissà dove, autentici bidoni spacciati per fenomeni, vedessero giocare Mario Corso, scoprirebbero la loro mediocrità e tornerebbero di corsa a casa loro, perché è fuori di dubbio che rimarrebbero basiti dai suoi colpi di classe e dalle sue foglie morte.
Intanto, là dove si trova, probabilmente Mariolino ha già ripreso ad allenarsi. Riposa in pace, Mario. R. BERGAMI