Maratona di Roma, la corsa dei record
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03 aprile 2017 15:25
E’ stata una festa nonostante il tempo. La pioggia scrosciante non ha fermato, infatti, il coraggio dei maratoneti sulle strade di Roma. Sono stati 13.312 i runner che hanno tagliato il traguardo di via del Fori Imperiali in un'edizione da ricordare, quella della 23^ Acea Maratona di Roma. Gli uomini sono stati 10.514, le donne 2.798. Gli italiani sono stati 7.399, gli stranieri 5.913. A questi dati vanno aggiunti anche i 31 atleti disabili arrivati al traguardo. Tanti i record battuti e sopratutto, come sempre, si corre per superare se stessi….Le storie personali si intrecciano con i record, la voglia di vivere con quella di stupire. Monica Cattaneo e Claudio Palmulli. Lui, affetto da una grave tetraparesi, lei, con una neurofribomatosi bilaterale, Lui, su una carrozina e neofita di questo sport, lei con un passato sportivo agonistico alle spalle. Lui, poco più che trentenne, lei alla soglia dei 50. Due persone con una storia diversa, accomunate dalla voglia di correre. Insieme hanno compiuto un’impresa talmente epica, che lo stesso presidente del Comitato Organizzatore, Enrico Castrucci, ha voluto premiarli personalmente. Parlano i fatti: Claudio, affiancato da Monica, ha concluso i suoi primi 42km e 195m. in 6 ore e 53 minuti, correndo con una semplice carrozzina da passeggio e con un pettorale“normale”, proprio a voler sottolineare che la disabilità è solo una etichetta che non ha ragione di esistere in una società civile e a misura d’uomo, qualsiasi uomo. Durante questa estenuante gara, complice anche una pioggia battente che ha reso ancora più impraticabile il tragitto, i momenti di fatica, sia fisica che mentale, non sono mancati, ma la “stranacoppia” non ha mai perso di vista l’obiettivo da raggiungere.
“Quando corri una corsa così impegnativa come una maratona, - racconta Monica - dosi ritmi, tempi, falcate e cerchi di migliorare il tuo personale. 42 chilometri ono sono alla portata di tutti. Ma quando corri una maratona accanto a chi può fare affidamento invece che alle gambe alla sola forza delle proprie braccia, alla sua capacità di spinta e di rollata, per spostare, oltre al proprio corpo, anche il peso di una carrozzina, capisci che fino a quel momento tu stai facendo una cosa normalissima. Perché la vera impresa la sta compiendo chi corre accanto a te con una pesantissima e classica carrozzina da passeggio e non con una attrezzata per la corsa su strada (come quella utilizzata da esempio da Alex Zanardi). Quando ti rendi conto di tutto questo. Allora tutto ciò che accadrà, a partire dal primo chilometro fino al quarantaduesimo avrà un sapore diverso, ma non diversamente abile come ci si ostina a dichiarare.
La corsa acquisisce così un sapore di conquista, di sofferenza, di risata, di incitamento, di emozione allo stato puro, di freddo per la pioggia copiosa scesa quasi ininterrottamente, che ha appesantito il fisico perché ti ha inzuppato la tuta e i guanti con cui spingi il tuo mezzo carrozzato, senza parlare delle arrabbiature rimediate durante i 40 chilometri per un percorso reso incidentato da sanpietrini e da strade dissestate. Sensazioni che si rincorrono e che ti fanno acquisire consapevolezze diverse. E senti allora, se pure ti ripetono che puoi fermarti a mezza via, che non c’è sosta per noi, ma solo strada,ancora strada e che il cammino è sempre da ricominciare. Tutto questo e molto di più è stato per me correre la 23^ maratona di Roma l’ho fatto accanto ad un gigante quale Claudio Palmulli ha dimostrato di essere.”
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