Tumore al seno, biopsia liquida utile per l'accesso a terapie innovative
I medici, nel Lazio vanno individuati i laboratori per l'esecuzione dell'esame. Permette di scoprire, attraverso un semplice campione di sangue, eventuali mutazioni ESR1 nei casi di malattia metastatica ER+/HER2-. Possibile così selezionare le pazienti per terapie mirate innovative
(AGR) I progressi nella ricerca clinica e traslazionale hanno consentito di identificare nel sangue delle pazienti affette da cancro della mammella metastatico delle alterazioni genomiche, che sono, da un lato, fattori di resistenza ai trattamenti anti-ormonali convenzionali e, dall’altro, fattori predittivi di risposta a farmaci innovativi. Pertanto, le donne, colpite da carcinoma mammario metastatico, dovrebbero essere sottoposte a biopsia liquida. E’ un esame poco invasivo, in grado di scoprire alcune mutazioni del DNA di un tumore da cui verificare l’efficacia di alcune terapie innovative.
La priorità deve essere ora identificare subito i laboratori per l’esecuzione del test nell’ambito della Rete Oncologica Regionale. E’ quanto stabilito da un panel di esperti che hanno partecipato al Tavolo multidisciplinare laziale del progetto “Biopsia Liquida nel Carcinoma della Mammella Metastatico ER+ / HER2”. E’ una nuova iniziativa che vuole indicare delle raccomandazioni per favorire un’applicazione, nei vari sistemi sanitari regionali, dei nuovi esami per la personalizzazione delle cure anticancro.
“L’eventuale somministrazione della cura dipende dalla biopsia liquida – ricorda Giuseppe Perrone (Direttore UOC Anatomia Patologica – Policlinico Campus Biomedico) -. Il test evidenzia la presenza di mutazioni a carico del gene ESR1 che conferiscono resistenza alle terapie finora utilizzate nei tumori ER+ HER2- e identifica le pazienti che potrebbero rispondere a questa nuova terapia. Perciò il test diagnostico sarà sempre più importante nella gestione clinica di una neoplasia che risulta in crescita in tutta Italia. Per la paziente la biopsia liquida è un semplice prelievo del sangue, come quelli svolti per analisi di routine, ma la tecnologia di analisi diagnostica deve essere effettuata da Anatomie Patologiche e/o Servizi Diagnostici con esperienza specifica e capacità tecnologica, per assicurare ai clinici tutte le informazioni di cui hanno bisogno. La Regione dovrà definire la rete di Anatomie Patologiche e/o Servizi Diagnostici con organizzazione, competenze e strutture opportune per la refertazione di test genomici in oncologia”.
“Ad oggi la Regione non ha ancora identificato un modello organizzativo per lo svolgimento della biopsia liquida nel tumore mammario metastatico – conclude Sara Farchi, rappresentante della Regione Lazio-. La revisione del Percorso Diagnostico Terapeutico del Carcinoma della Mammella, che comprenderà anche la gestione della fase metastatica, dovrà essere lo strumento di programmazione di tale attività in accordo con la normativa vigente”.
foto archivio AGR