Amianto nella raffineria, risarcimento di 1 milione e mezzo di euro a famiglia di lavoratore deceduto per mesotelioma
Ezio Bonanni (Presidente Osservatorio Nazionale Amianto): “E' un'importante pronuncia che conferma l'incidenza epidemiologica anche nel settore petrolchimico”. Emerse, inoltre, le precise responsabilità per l’utilizzo della fibra killer senza restrizioni e l’esposizione del lavoratore
(AGR) di Donatella Gimigliano
Il Tribunale di Roma ha accertato la responsabilità della raffineria della raffineria di Napoli per la morte dell'operaio deceduto per un mesotelioma pleurico.
L’uomo ha lavorato per 22 anni presso la raffineria, inizialmente come pompista e poi come conduttore caldaie e impianti di produzione della centrale termoelettrica. Sulla base dell’istruttoria del Giudice del Lavoro del Tribunale, e la CTU tecnica e medico legale, sono emerse le precise responsabilità dell’azienda per l’utilizzo della fibra killer senza restrizioni, e l’esposizione del lavoratore, diretta, indiretta e per contaminazione ambientale a polveri e fibre di amianto in assenza di misure cautelari.
I familiari sono stati assistiti dall’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che sottolinea: “si tratta di una importante pronuncia perché conferma il rischio amianto anche nel settore petrolchimico, che ha visto una elevata incidenza epidemiologica di casi di mesotelioma, tumore del polmone, della laringe, e di tutti gli altri, causati dall’amianto. Questo impone una accelerazione nella bonifica e messa in sicurezza del SIN relativo proprio a Napoli, come abbiamo più volte richiesto”.
L’ONA è a disposizione per la tutela dei diritti di vittime e familiari con un servizio di consulenza tramite il sito https://www.osservatorioamianto.it e il numero verde 800 034 294.