TV Digitale: Sardegna, avviato switch off totale entro novembre 2008
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Sardegna - Digitale Terrestre
Lo ha detto l'assessore regionale degli Affari generali, Massimo Dadea, "la Sardegna è la prima regione in Italia che attua il passaggio totale al digitale con lo spegnimento dei segnali analogici.
Sono diversi i vantaggi del digitale terrestre. In primo luogo dal punto di vista tecnico, consente una migliore qualita' dell'immagine. In secondo luogo moltiplica il numero dei canali di cui e' possibile disporre".
"Oggi pero', per via anche della qualita' dei decoder non viene favorito un aspetto che deve ritenersi fondamentale per i cittadini, quale l'interattivita', e cioe' la possibilita' di usufruire di tutta una serie di servizi molto importanti. Le potenzialita' del digitale terrestre appaiono ancora distanti da quelle offerte dalla banda larga e dalla rete internet che, grazie agli ultimi interventi della Regione, finalizzati all'ampliamento dell'Adsl è la prima ad avere la copertura nel 100% dei suoi comuni".
"E' necessario - conclude Dadea - che il passaggio a questa nuova fase di sperimentazione, di cui la Sardegna e' protagonista, si concretizzi non solo attraverso una nuova offerta televisiva, ma anche attraverso un maggiore coinvolgimento delle imprese e dei centri di ricerca isolani, in modo tale che possa rappresentare un'importante occasione di crescita e di sviluppo".
Intanto, con il passaggio al digitale terrestre e agli accordi internazionali di Ginevra del 2006 una parte delle frequenze che si dovrebbero liberare, attualmente occupate da Raiuno, potrebbero essere assegnate a Europa 7, l'emittente titolare dal 1999 di concessione nazionale ma impossibilitata a trasmettere. l'Autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni prospetta uno scenario possibile - che su questa ipotesi ha dato parere favorevole alla proposta del Ministero dello Sviluppo economico - per assegnare a Europa 7 il canale 8 della banda VHF, che si renderebbe disponibile con il piano di ricanalizzazione, da adottare anche in base ai nuovi indirizzi europei. Tale operazione, spiega l'Agcom, consentirebbe di "eliminare gli spazi tra un canale e l'altro" individuando cosi' "8 frequenze in banda VHF-III, in luogo delle 7 prima individuate". Si tratta, quindi, di un canale "non presente nel sistema televisivo italiano e, pertanto, non utilizzato da altra emittente, con una vasta copertura del territorio nazionale".
Tutti i Paesi che hanno firmato l'accordo di Ginevra 2006, ricorda l'Agcom, hanno oggi la canalizzazione a 8 canali: dal momento che il processo di coordinamento internazionale delle frequenze funziona solo se e' condiviso da tutti i Paesi confinanti, e' "obbligatorio per l'Italia, anche a voler prescindere dal caso in esame, passare alla ricanalizzazione europea". Passaggio che il ministero intende anticipare "entro e non oltre il 30 giugno 2009" rispetto alla data del 2012 come definitivo passaggio al digitale, "anche al fine di rendere possibile l'esecuzione delle sentenze emesse dal Consiglio di Stato nel contenzioso con Europa 7". L'Agcom ricorda anche che, per avviare l'attivita' trasmissiva, Europa 7 potrebbe "appoggiarsi" sugli impianti Rai e Mediaset "sulla base di condizioni economiche eque, trasparenti e non discriminatorie".
Lo stesso organismo di garanzia, infatti, ha imposto ai due gruppi di "aprire" a operatori diversi le proprie infrastrutture di trasmissione.