Riforma Pensionistica

Elsa Fornero - Ministro del Welfare
Questa Riforma ha avuto come filo conduttore un "driver di equità", che ha posto fine ad un complesso e monumentale lavoro normativo che ha determinato negli ultimi 20 anni 6 Riforme e 24 interventi legislativi. Per molti anni il sistema previdenziale italiano veniva utilizzato ad uso e consumo di alcune categorie sociali: si preferiva – difatti- modificare parti del sistema previdenziale senza alcun intervento serio e rigoroso sul mondo del lavoro e sugli ammortizzatori sociali.
Il Ministro Fornero ha anche assicurato che sarà emanato entro il 30 giugno un nuovo decreto del governo pensato ad hoc per gli esodati, coloro che hanno lasciato il lavoro pensando di poter andare in pensione in breve tempo, ma successivamente rimasti sia senza lavoro che senza pensione a causa della riforma previdenziale. Gli esodati rappresentano, infatti, quella categoria di lavoratori che in cambio del licenziamento volontario avrebbelvoratoriro ricevuto dall’azienda per cui avevano prestato lavoro un incentivo che li avrebbe accompagnati all’erogazione dell’assegno e di vivere dignitosamente fino ad allora. La riforma delle pensioni ha poi cambiato le regole, facendo temere a questi lavoratori di rimanere senza lavoro e senza pensione.
Gli esodati chiedono che chi abbia sottoscritto un accordo ufficiale possa accedere al trattamento pensionistico secondo i criteri precedenti, attraverso una deroga. Secondo quanto reso noto dal ministro del Lavoro, il numero degli esodati è molto superiore a quello preventivato e di conseguenza "bisogna ritirare le forme di tutela previste dalla normativa e trovare criteri equi per proteggere i più deboli". Il ministro si è detto poi "consapevole della grande ansia personale vissuta da chi ha accettato l'uscita dal lavoro in vista di un traguardo previdenziale non lontano" ma ha assicurato che il 30 giugno 2012 sarà emanato un decreto che fisserà le regole per chiedere l'esonero dalla riforma.
Con la Riforma Fornero – quindi- vi è stato il passaggio secco al Metodo Contributivo, ovverossia a quel metodo che determinerà l'equità delle prestazioni pensionistiche Il principio che lo anima è questo: chi versa più contributi o la stessa mole di contributi per più tempo incasserà a fine carriera una pensione più alta; chi paga di meno, o per meno anni, riceverà un assegno più basso. La Riforma è nata da un disegno razionale, teso a garantire equità e trasparenza nei confronti del cittadino futuro pensionato: prima di questa importante Riforma si poteva maturare il requisito della pensione ma il lavoratore poteva assistere ad un periodo di attesa chiamato "finestra": ora la "finestra" ovverossia il periodo di attesa, è stato inglobato nel requisito per cui si avrà – in tal senso- certezza della data della pensione (ad es.: il requisito del lavoratore è 42 anni e 1 mese: quando lo maturerà andrà certamente in pensione).
Altro punto di grandissima importanza è la scomparsa della "pensione di anzianità", quella che una volta era il sistema delle "quote", elemento di grande complicazione: a tendere – oramai- si andrà in pensione a 67 anni più i mesi che verranno determinati con l'aumentare del parametro demografico della speranza di vita. Per la qual cosa con l'età a tendere dei 67 anni si riconosce solo il requisito della pensione di vecchiaia A questo requisito ci sarà una sola "alternativa": la cosiddetta" pensione anticipata": potranno andare in pensione tutti coloro che avranno lavorato per 42 anni e 1 mese se uomini e 41 anni e 1 mese se donne. Nel 2018, la cosiddetta "data di convergenza" tutto convergerà verso un unico parametro: scompariranno tutte le distinzioni tra sessi, tipi di lavoro e categorie di lavoratori.
La Riforma impatterà positivamente sui "tassi di sostituzione", ossia la determinazione del primo assegno pensionistico in rapporto all'ultimo stipendio. Con la Riforma Fornero se il lavoratore lavora di più, avrà riconosciuti i suoi contributi che saranno quindi "pensionabili: per comprendere questo concetto si pensi a quanto accadeva prima con una finestra dopo i 40 anni: i contributi in quel caso non concorrevano ad aumentare la pensione ma erano un vero e proprio "regalo" del pensionato allo Stato". Con la Riforma, i contributi -quindi. faranno aumentare la pensione e determineranno l'aumento del tasso di sostituzione.
E' evidente che l'INPS ha iniziato un serio e rigoroso percorso, attraverso un grande sforzo di comunicazione informatica e non , per rendere consapevole il cittadino lavoratore sulla valorizzazione del suo montante contributivo, nell'intento di far capire ai lavorativi di come sia importante pervenire ad una integrazione dei contributi versati, facendo ricorso all'Istituto della Previdenza Complementare.
In Italia, la previdenza complementare è appena decollata: con 500 ed oltre Fondi di Categoria e con gli altri Fondi Pensione dell'offerta bancaria e assicurativa, siamo ad un livello di lavoratori aderenti alla Previdenza Complementare pari al 23-24%, mentre in Europa la percentuale è del 91%. Bisogna lavorare per colmare questo gap, aumentando il livello professionale di alcuni palyers della previdenza Complementare ed evitando le distorsioni di questo eccesso di mercato con tantissimi players.
Per quanto riguarda invece lo spinoso problema del Riscatto della laurea, possiamo dire che finalmente il Riscatto verrà considerato sia ai fini dell'anzianità che alla determinazione del montante contributivo, modificando la tendenza recente a considerare il riscatto solo ai fini del "quantum" pensionistico, cosa che avrebbe fortemente penalizzato il lavoratore.
L'ultima chiosa riguarda i problemi della "totalizzazione" e della "ricongiunzione". Come sappiamo dal 1 luglio 2010 la ricongiunzione è onerosa (arrivando in alcuni casi a cifre impossibili, vicine ai 100.000 euro), per cui risulta più agevole optare per la "totalizzazione", questa sì a titolo gratuito solo a patto -però- di aver compiuto 65 anni e di aver scelto la liquidazione della pensione con l'applicazione del metodo contributivo.
LA CIRCOLARE N. 37 DEL 14 MARZO 2012. NOTE ESPLICATIVE>
E veniamo ora ad esprimere sinteticamente i contenuti della Circ. n. 37 del 13 marzo 2012.
La legge n. 214 del 22 dicembre 2011 di conversione, con modificazioni, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, e la successiva legge 24 febbraio 2012 n. 14, di conversione del decreto legge 29 dicembre 2011 n. 216, hanno apportato numerose modifiche in materia previdenziale, sia relativamente alle pensioni sia in materia di trattamenti di fine servizio e fine rapporto.Con la soppressione dell’Inpdap era rimasto poi il dubbio riguardante la sorte di tutti i dipendenti pubblici. L’Inps, con la circolare n. 37 del 14 marzo 2012, ha inteso dare nuove disposizioni in materia di trattamenti pensionistici e di fine rapporto per gli iscritti alle casse gestite dall’ex INPDAP.
Dal 2012 vengono introdotte importanti novità che riguardano le lavoratrici e i lavoratori dipendenti del settore pubblico, iscritti alla Gestione ex Inpdap.
Il nuovo sistema di calcolo della pensione, la pensione anticipata che sostituisce la pensione di anzianità, i requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia, sono alcune delle novità contenute nella riforma.
REQUISITI PER IL DIRITTO ALLA PENSIONE DI VECCHIAIA>
Il requisito anagrafico richiesto per l’accesso alla pensione di vecchiaia, per gli iscritti alle forme esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria, che maturano a decorrere dal 1° gennaio 2012 il diritto a pensione, è determinato in 66 anni con un'anzianità contributiva minima pari a 20 anni.
Per i lavoratori il cui primo accredito contributivo decorre successivamente al 1° gennaio 1996, fermi restando il limite anagrafico minimo pari a 66 anni e quello contributivo pari a 20, l'accesso al pensionamento è condizionato all'importo della pensione che deve risultare non inferiore a 1,5 volte l'importo dell'assegno sociale; tale importo è annualmente rivalutato sulla base della variazione media quinquennale del PIL nominale, appositamente calcolata dall'ISTAT, con riferimento al quinquennio precedente l'anno da rivalutare. Il predetto importo non può in ogni caso essere inferiore, per un dato anno, a 1,5 l’importo mensile dell’assegno sociale stabilito per il medesimo anno.
Si prescinde dal predetto requisito di importo minimo se in possesso di un'età anagrafica pari a settanta anni, ferma restando un'anzianità contributiva effettiva di cinque anni. Per "contribuzione effettiva" deve intendersi solo la contribuzione, sia obbligatoria che volontaria, effettivamente versata e accreditata con esclusione quindi di quella figurativa.
Considerato che i requisiti di accesso al sistema pensionistico devono essere adeguati agli incrementi della speranza di vita ai sensi dell'articolo 12 del D.L. 31 maggio 2010, n. 78 convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010 n. 122 e s.m.i., a decorrere dal 1° gennaio 2013 il requisito anagrafico di 66 anni e quello di 70 anni sono incrementati di 3 mesi.
I requisiti prescritti a partire dal 1° gennaio 2012 per il diritto alla pensione di vecchiaia, sia in un sistema di calcolo misto (contributivo pro-rata) sia contributivo*, sono riportati nella tabella seguente.
ANNO> | ETA'> | ANZIANITA' CONTRIBUTIVA> |
2012> | 66 anni> | 20 anni> |
2013> | 66 anni e 3 mesi> | 20 anni> |
Per esplicita previsione normativa, i requisiti anagrafici descritti devono essere tali da garantire un'età minima di accesso al pensionamento non inferiore a 67 anni per coloro che maturano il diritto alla prima decorrenza utile al pensionamento dall'anno 2021; qualora, per effetto dei predetti adeguamenti agli incrementi della speranza di vita, non sia assicurata l'età minima di 67 anni, con un decreto direttoriale sono ulteriormente incrementati i predetti requisiti anagrafici.
REQUISITI PER LA PENSIONE ANTICIPATA
I soggetti che maturano i requisiti per l'accesso al pensionamento a partire dal 1° gennaio 2012, possono accedere alla pensione anticipata a condizione che risulti maturata un'anzianità contributiva di 42 anni e 1 mese per gli uomini e 41 anni e 1 mese per le donne. Tali requisiti sono aumentati di un mese per l'anno 2013 e di un ulteriore mese a decorrere dal 2014, fermi restando gli incrementi della speranza di vita a decorrere dal 1° gennaio 2013.
I requisiti prescritti a partire dal 1° gennaio 2012 per il diritto alla pensione anticipata, sia in un sistema di calcolo misto (contributivo pro-rata) sia contributivo, sono riportati nella tabella seguente.
ANZIANITÀ CONTRIBUTIVA>
Anno> | Uomini | Donne> |
2012> | 42 anni e 1 mese> | 41 anni e 1 mese> |
2013> | 42 anni e 5 mesi> | 41 anni e 5 mesi> |
2014> | 42 anni e 6 mesi> | 41 anni e 6 mesi> |
Sulla quota retributiva del trattamento pensionistico relativa alle anzianità contributive maturate antecedentemente al 1° gennaio 2012 è applicata una riduzione pari a 1 punto percentuale per ogni anno di anticipo nell'accesso al pensionamento rispetto all'età di 62 anni; tale riduzione è elevata a 2 punti percentuali per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni (ovvero rispetto ai 60 anni di età). Nel caso in cui l'età al pensionamento non sia intera la riduzione percentuale è proporzionale al numero dei mesi.
CERTIFICAZIONE DEL DIRITTO A PENSIONE>
I lavoratori che maturano entro il 31 dicembre 2011 i requisiti di età e anzianità contributiva, previsti dalla normativa vigente a tale data, conservano il diritto alla prestazione pensionistica secondo tale normativa sia ai fini del diritto che ai fini della relativa decorrenza.
Di conseguenza, i requisiti previsti dalla normativa vigente al 31 dicembre 2011 sia ai fini dei trattamenti pensionistici di anzianità (sistema delle quote o massima anzianità contributiva) sia ai fini delle pensioni di vecchiaia, sono salvaguardati anche nel caso di accesso al pensionamento in data successiva al 31 dicembre 2011, ferma restando l’applicazione della finestra mobile per pensione di vecchiaia e pensione di anzianità.
Gli iscritti in possesso dei requisiti prescritti per il diritto al trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2011, possono chiedere al proprio ente previdenziale di riferimento la certificazione di tale diritto, avente valore meramente dichiarativo, posto che il diritto risulta già acquisito in virtù dei requisiti anagrafici e contributivi posseduti anteriormente al 1° gennaio 2012.
La predetta certificazione può essere rilasciata solamente agli iscritti che siano in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente per il diritto alla pensione al 31 dicembre 2011.
Per coloro che maturano i requisiti per il diritto a pensione a decorrere dal 1° gennaio 2012, le pensioni di vecchiaia, di vecchiaia anticipata e di anzianità sono sostituite dalle seguenti prestazioni:
· pensione di vecchiaia
· pensione anticipata
ACCESSO ALLA PENSIONE ANTICIPATA NEL SISTEMA CONTRIBUTIVO>
I lavoratori per i quali il primo accredito contributivo decorre successivamente al 1° gennaio 1996, possono conseguire il diritto alla pensione anticipata, oltre ai casi previsti per la pensione anticipata (v. requisiti prescritti per la pensione anticipata) al compimento del requisito anagrafico di sessantatre anni, a condizione che risultino in possesso di un'anzianità contributiva effettiva di almeno venti anni e che l'ammontare della prima rata di pensione risulti essere non inferiore ad un importo soglia mensile, quantificato per l'anno 2012, in misura pari a 2,8 volte l'importo dell'assegno sociale.
L'importo della rata mensile è annualmente rivalutata sulla base della variazione media quinquennale del PIL, appositamente calcolata dall'ISTAT con riferimento al quinquennio precedente l'anno da rivalutare; l'importo della rata mensile non può in ogni caso essere inferiore a 2,8 l'importo mensile dell'assegno sociale.
Anche per questa tipologia di pensione anticipata, vigente nel solo sistema contributivo, i requisiti anagrafici previsti sono adeguati agli incrementi della speranza di vita.
AMPLIAMENTO DEI DESTINATARI DEL SISTEMA CONTRIBUTIVO PRO-RATA>
A decorrere dal 1° gennaio 2012, con riferimento alle anzianità contributive maturate a decorrere da tale data, la quota di pensione corrispondente a tali anzianità è calcolata secondo il sistema contributivo.
Nei confronti dei soggetti in possesso di almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995, ferma restando la valutazione con il sistema retributivo delle anzianità contributive maturate fino al 31 dicembre 2011, la quota di pensione relativa alle anzianità contributive maturate a partire dal 1° gennaio 2012 è determinata con il sistema di calcolo contributivo.
Sono destinatari del nuovo sistema tutti gli iscritti alle casse gestite dall’ex Inpdap, ivi compresi quelli per i quali è prevista l’emanazione, entro il 30 giugno 2012, di un regolamento ai fini dell’armonizzazione dei requisiti di accesso al pensionamento - personale delle Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica), dell'Arma dei Carabinieri, delle forze di polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato, Corpo forestale dello Stato, Polizia penitenziaria) e militare (Guardia di finanza) e Corpo nazionale dei vigili del fuoco nonché nei confronti dei lavoratori per i quali viene meno il titolo abilitante allo svolgimento della specifica attività lavorativa per raggiungimento del limite di età quali, ad esempio, gli appartenenti ai profili professionali come controllore del traffico aereo, pilota, operatore radiomisure, esperto di assistenza al volo e meteo.
L'introduzione del sistema contributivo pro-rata dal 1° gennaio 2012 comporta per il personale militare, delle forze di polizia civili e militari e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco il venir meno dell’ accesso al pensionamento con 53 anni di età e massima anzianità contributiva, salva l'ipotesi in cui detto personale abbia già raggiunto al 31 dicembre 2011 l’aliquota massima dell’ottanta per cento.
Nulla è innovato nei confronti dei soggetti già destinatari del così detto sistema di calcolo misto di pensione.
ARMONIZZAZIONI>
Per i soggetti che accedono al pensionamento con requisiti diversi da quelli previsti per la generalità dei lavoratori, a decorrere dal 1° gennaio 2012, sarà emanato, entro il 30 giugno 2012, un regolamento da parte del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze per l’adozione di misure di armonizzazione dei requisiti di accesso al sistema pensionistico, tenendo conto delle obiettive peculiarità ed esigenze dei settori di attività e dei rispettivi ordinamenti.
L’estensione del sistema contributivo pro rata a tutti gli iscritti alle casse pensioni gestite dall'ex Inpdap, a partire dal 1° gennaio 2012, trova applicazione anche nei confronti del personale delle Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica), dell'Arma dei Carabinieri, delle forze di polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato, Corpo forestale dello Stato, Polizia penitenziaria) e militare (Guardia di finanza) e Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
La norma viene applicata anche nei confronti dei lavoratori per i quali viene meno il titolo abilitante allo svolgimento della specifica attività lavorativa per raggiungimento del limite di età quali, ad esempio, gli appartenenti ai profili professionali (controllore del traffico aereo, pilota, operatore radiomisure, esperto di assistenza al volo e meteo).
Nei confronti del suddetto personale, continuano pertanto a trovare applicazione sia i requisiti prescritti per il diritto a pensione sia il regime delle decorrenze vigenti al 31 dicembre 2011, in quanto tale regime è disapplicato solo per coloro i quali accedono al pensionamento secondo le nuove disposizioni di legge.
L’armonizzazione riguarda esclusivamente i requisiti minimi di accesso al pensionamento.
ADEGUAMENTOAGLI INCREMENTI DELLA SPERANZA DI VITA>
Gli adeguamenti agli incrementi della speranza di vita successivi a quello effettuato con decorrenza 1° gennaio 2019 sono aggiornati con cadenza biennale secondo le modalità previste dall'articolo 12 della legge n. 122/2010. A partire dalla medesima data i riferimenti al triennio, di cui al comma 12-ter del citato articolo, devono riferirsi al biennio
EQUO INDENNIZZO E PENSIONI PRIVILEGIATE>
Con l’entrata in vigore della riforma, la competenza in materia di tutela delle infermità dipendenti da causa di servizio è demandata, ove previsto, all’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali (gestita dall’INAIL). Sono stati abrogati gli istituti dell'accertamento della dipendenza dell'infermità da causa di servizio, del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, dell'equo indennizzo e della pensione privilegiata.
Per il personale appartenente alle Forze Armate (Esercito, Marina e Aeronautica), all’Arma dei Carabinieri, alle Forze di Polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato, Corpo forestale dello Stato e Polizia Penitenziaria) e militare (Guardia di finanza), al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e soccorso pubblico, il riconoscimento dell’equo indennizzo e della pensione di privilegio continuano ad essere disciplinati dalla normativa vigente alla data di entrata in vigore del decreto legge n. 201/2011 (6 dicembre 2011).
La normativa previgente continua ad esplicare i suoi effetti anche per i procedimenti di riconoscimento dell’equo indennizzo e della pensione privilegiata già avviati alla data del 6 dicembre 2011; nei casi in cui non siano scaduti i termini per la domanda di prestazione; al riguardo si evidenzia che per le pensioni di privilegio tali termini sono:
a) per gli iscritti alla CPDEL, CPS, CPI e CPUG, cinque anni dalla cessazione dal servizio;
b) per gli iscritti alla CTPS, cinque anni dalla cessazione, elevati a dieci anni qualora l’infermità sia derivata da parkinsonismo; nell’ipotesi in cui vi sia stato il riconoscimento, per la medesima infermità, della causa di servizio in costanza di attività lavorativa non sussiste alcun termine (articolo 169 del DPR 29 dicembre 1973, n. 1092); sempre nei confronti degli iscritti alla Cassa Stato resta, in ogni caso, fermo quanto precisato nella nota operativa INPDAP n. 35 del 15 ottobre 2008; nelle ipotesi di procedimenti avviabili d’ufficio relativi ad eventi intervenuti anteriormente al 6 dicembre 2011.
ULTERIORI DETTAGLI DELLA CIRCOLARE COMPRENDENTE ANCHE IL PERSONALE DELLA SCUOLA>
la circolare n. 37 del 14 marzo 2012 l’Inps ha chiaramente affrontato la questione dei dipendenti iscritti alle casse gestite dall’Inpdap, evidenziando in particolare cosa cambia per loro per quanto riguarda i trattamenti pensionistici e i trattamenti di fine servizio e fine rapporto. Uno degli aspetti trattati, concerne l’abrogazione dell'accertamento della dipendenza dell'infermità da causa di servizio, del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, dell'equo indennizzo e della pensione privilegiata per la quasi totalità dei dipendenti pubblici. D’ora in poi la competenza in materia di tutela delle infermità dipendenti da causa di servizio viene demandata all’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali (gestita dall’INAIL).
La previgente normativa continua tuttavia ad applicarsi ad alcune ipotesi:
· per i procedimenti di riconoscimento dell’equo indennizzo e della pensione privilegiata già avviati alla data del 6 dicembre 2011;
· nei casi in cui alla predetta data non siano scaduti i termini per la domanda di prestazione;
· nelle ipotesi di procedimenti avviabili d’ufficio relativi ad eventi intervenuti anteriormente al 6 dicembre 2011.
Un chiarimento importante riguarda i termini di pagamento di Tfr e Tfs: l’Inps, infatti, facendo proprie le osservazioni fornite dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali con nota prot. n. 2680 del 22 febbraio 2012, rettifica le precedenti indicazioni fornite dall’Inpdap con la circolare n. 16 del 9 novembre 2011 e la nota operativa n. 41 del 30 novembre 2011.
I termini di liquidazione sono dunque i seguenti:
1. in caso di cessazione dal servizio per inabilità o per decesso, trova applicazione il termine breve che prevede che la prestazione deve essere liquidataentro 105 giorni dalla cessazione. L’ente datore di lavoro è tenuto a trasmettere all’Inps gestione ex Inpdap la documentazione necessaria entro 15 giorni dalla cessazione del dipendente; questo Istituto, a sua volta, provvede a corrispondere la prestazione, o la prima rata di questa, entro i tre mesi successivi alla ricezione della documentazione stessa. Decorsi questi due periodi (complessivamente pari a 105 giorni) sono dovuti gli interessi;
2. è prevista la liquidazione non prima di 6 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro quando questa è avvenuta per:
· raggiungimento dei limiti di età;
· cessazioni dal servizio conseguenti all’estinzione del rapporto di lavoro a tempo determinato per raggiungimento del termine finale fissato nel contratto stesso;
· cessazione dal servizio connesso ad un pensionamento conseguito con l’anzianità contributiva massima ai fini pensionistici (40 anni) se maturata entro il 31 dicembre 2011.
Decorso il termine dei 6 mesi, l’istituto deve mettere in pagamento la prestazione entro 3 mesi. Decorsi questi due periodi (complessivamente pari a 270 giorni) sono dovuti gli interessi.
3. Infine, la prestazione non può essere liquidata e messa in pagamento prima di 24 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro, quando questa è avvenuta per cause diverse dalle suddette, anche se non si sia maturato il diritto a pensione. Tra queste cause si ricordano in particolare:
· le dimissioni volontarie, con o senza diritto a pensione;
· il recesso da parte del datore di lavoro (licenziamento o destituzione dall’impiego).
Per queste ipotesi, decorsi i 24 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro, l’istituto deve mettere in pagamento la prestazione entro 3 mesi. Decorsi questi due periodi (complessivamente pari a 27 mesi) sono dovuti gli interessi.
Sono previste delle deroghe ai suddetti termini in particolare per il personale del comparto scuola e delle istituzioni di alta formazione artistica e specializzazione musicale (AFAM) interessato all’applicazione delle regole sulla decorrenza della pensione (1° settembre e 1° novembre) di cui all’art. 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 e che matura i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2011; la disciplina derogatoria interessa anche il personale docente dipendente da istituzioni scolastiche comunali a condizione che le stesse abbiano recepito nei propri regolamenti le disposizioni relative all’ordinamento dei docenti della scuola statale.
Per tale personale restano in vigore, dunque, i "vecchi" termini":
· 105 giorni per le cessazioni dal servizio per inabilità, decesso, limiti di età o di servizio, purchè i relativi requisiti siano stati maturati entro il 31 dicembre 2011 relativamente al personale della scuola e AFAM e per le cessazioni dal servizio conseguenti all’estinzione del rapporto di lavoro a tempo determinato per raggiungimento del termine finale fissato nel contratto stesso;
- non prima che siano decorsi 6 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro per tutte le altre casistiche.
Dr. Gerardo Loria: Seg. Prov.le FILP>