Ostia, vogliono chiudere il servizio di emetologia del Grassi e la città...si mobilita

La battaglia per la legalità e per un quartiere migliore passa anche attraverso la non sottrazione di servizi ai cittadini. Come senatrice da tempo ho raccolto l'allarme lanciato dalla comunità, e sia attraverso due interrogazioni parlamentari al ministro della Sanità e sia incontrando i vertici della Sanità regionale sto cercando di scongiurare una chiusura che sarebbe una grave penalizzazione per i cittadini lidensi. Ostia già manca del suo Tribunale di Pace, così come di una sede adeguata della Polizia municipale, ora deve vedersi privare di un importante presidio sanitario? Spetta alla Di Pillo raccogliere e vincere questa importante sfida. Se ne sarà capace sarò al suo fianco". Lo dichiara la senatrice di Alternativa popolare-Centristi per l'Europa, Fabiola Anitori.
Duro il commento di SI che sulla possibilità di mobilita: “Lo denunciamo da tempo, - afferma Marco Possanzini, portavoce SI X Municipio - assolutamente inascoltati. E’ in atto una progressiva azione erosiva dei servizi sanitari con lo scopo di proseguire spediti verso la privatizzazione silenziosa della sanità pubblica. L’ennesimo atto serpeggiante, mai ufficialmente revocato, è quello relativo alla ipotesi di chiusura dei laboratori analisi dell’Ospedale Grassi, una decisione che non ammette giustificazione alcuna, nemmeno quella di natura economica in quanto a fronte di più di 3 milioni di analisi effettuate ogni anno, il costo medio sostenuto dalla Asl Rm3 è di un euro ad esame.
Con il termine "riorganizzazione" si maschera una vera e propria dismissione dei laboratori analisi dell'Ospedale Grassi di Ostia. E' assolutamente incomprensibile come si riesca a tagliare le spese se i campioni, una volta prelevati dai pazienti, invece di essere esaminati in loco dovranno essere trasportati in un hub, l'Ospedale S. Eugenio di Roma, utilizzando fra l'altro un mezzo di trasporto refrigerato. Nei fatti si determineranno, oltre alla perdita di importantissime professionalità e di costosissime attrezzature oggi presenti nel nosocomio lidense, caos e ritardi nella consegna dei referti rendendo ancora più precaria l’efficienza della sanità pubblica già vessata da tagli, blocchi delle assunzioni e quant’ altro. Contro questa scellerata decisione sono state raccolte più di 9000 firme che non possono essere ignorate. Facciamo appello alla sindaca Virginia Raggi e alla neo Presidente del Municipio Giuliana Di Pillo affinchè si attivino, si mobilitino, sebbene la campagna elettorale sia finita, per impedire che questa decisione prenda corpo. Chiediamo loro di uscire dall'imbarazzante silenzio relativo a questa vicenda e assumere una posizione netta. Ricordiamo alla Sindaca Raggi di essere anche responsabile della condizione di salute della popolazione della sua città e che le sono affidati, dal decreto legislativo 299/99, poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’ operato dei direttori generali delle Asl. E' ridicolo parlare di prevenzione e diagnosi precoci per poi mettere una pietra tombale sulla sanità pubblica a tutto vantaggio di quella privata ad uso esclusivo degli abbienti”