Ostia, Di Giovanni attacca le opposizioni: nessuna provocazione
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"Quando si mente, - scrive Di Giovanni sull'episodio - sapendo di farlo, e si rilasciano dichiarazioni che non corrispondono ai fatti, pur di alimentare una becera propaganda politica, si tocca uno dei punti più bassi del confronto civile, che di fatto decretano la scomparsa della democrazia.Quello che è accaduto nel corso dell'ultimo Consiglio municipale, sospeso a causa di un violento scontro fisico da parte di un cittadino, che mi ha costretto a ricorrere alle cure dei medici del Pronto Soccorso, avrebbe dovuto destare l'indignazione di tutte le forze politiche di opposizione.
Ma ciò non è accaduto, anzi, le stesse hanno diramato un comunicato giustificando in qualche modo il ricorso alla violenza fisica, causata, a loro dire, da una "provocazione" fatta dal sottoscritto.Ebbene, se per provocazione si intende rispondere energicamente a qualcuno che pubblicamente ti urla "Ti taglio la gola", "Ti aspetto sotto casa e ti ammazzo", "Se ti incontro per Acilia ti uccido" e, al tempo stesso avallare la violenza come reazione, significa fare perdere ogni dignità non solo all'Istituzione ma ad un intero territorio.
Perché la violenza si condanna, senza se e senza ma e, prima di tutti ha il dovere di farlo, chi le Istituzioni le rappresenta.Usare strumentalmente il disagio e la fragilità di alcune persone per trasformarle in una minaccia contro l’avversario politico o come capro espiatorio dei propri fallimenti politici, è il passo più dequalificante e disprezzabile che possa compiere qualsiasi forza politica.Ovviamente farò valere le mie ragioni nelle sedi opportune per mettere fine a questo gioco al massacro, nel quale il confronto politico si sta trasformando in una battaglia all'ultimo sangue per la riconquista del potere perduto.Potere a cui qualcuno ambisce per continuare quella politica affaristica, che ha creato ghetti, come i CAAT di Valle Porcina, con la stipula di contratti milionari tra Comune di Roma, (allora capeggiato da Veltroni e poi da Alemanno) e costruttori senza scrupoli e che poi finanziavano gli stessi politici di turno e dove a rimetterci erano e sono tutt'ora quelle famiglie usate come merce di scambio per i loro affari a cui è stata tolta nel tempo la speranza di una sistemazione alloggiativa diversa.Oggi quelle stesse forze politiche che in passato si sono battute contro il residence di Valle Porcina, proprio per farlo chiudere, tornano a cavalcare le fragilità delle persone per farsi campagna elettorale.
E non importa se si tratta di insignificanti personaggi politici in cerca d'autore che rappresentano solo se stessi o rancorosi ex amministratori alla ricerca del potere perduto, né tantomeno di rappresentanti di un partito che in passato ha portato questo municipio al Commissariamento per infiltrazioni mafiose.Non importa, e non mi importa, la violenza non si accetta e non si giustifica, mai". Così in una nota il capogruppo del Movimento 5 Stelle del Municipio Roma X - Antonio Di Giovanni