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Sit in di protesta a Roma ed Ostia

print16 ottobre 2009 15:49
Sit in di protesta a Roma ed Ostia
(AGR) Questa mattina migliaia di turisti hanno trovato le porte chiuse al Colosseo, al Palatino, alle Terme di Caracalla, alle Terme di Diocleziano, a Palazzo Altemps, a Palazzo Massimo, alla Tomba di Cecilia Metella e alla Crypta Balbi. Custodi, impiegati amministrativi e tecnici della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici sono in agitazione perché ormai da quasi un anno la gestione dei più importanti siti di Roma è senza direzione, senza pianificazione, confinata all’ordinario a causa delle incertezze generate dal Commissariamento dello scorso febbraio. Circa 900 lavoratori di Roma e Ostia chiedono chiarezza sul futuro, sulle prospettive occupazionali, sulle strategie che il Ministero intende portare avanti da qui a breve. Protagonisti della protesta gli archeologi, scesi in piazza per far valere le proprie ragioni e per dire no al commissariamento Un provvedimento (se ne discuterà in Consiglio comunale il prossimo 29 ottobre) contro il quale si sono opposti subito funzionari e dipendenti della Soprintendenza Archeologica di Roma e della Soprintendenza Archeologica di Ostia.

Una situazione difficile di cui cerchiamo di ripercorrere le tappe di questa vicenda attraverso le voci dei principali sostenitori e le motivazioni di coloro che continuano ad opporsi. Il 31 gennaio scorso il Ministro Bondi e il Sindaco di Roma Alemanno, per far fronte al rischio di degrado di alcune aree monumentali, hanno proposto al governo la nomina di un commissario straordinario e di un vice-commissario per “l’intera area archeologica di Roma e di Ostia antica”, nelle persone del Sottosegretario alla Protezione Civile, Guido Bertolaso, e dell’Assessore capitolino all’Urbanistica, Marco Corsini. Il patto stretto fra il governo centrale e il Comune di Roma ha escluso dai giochi la Regione Lazio. Giulia Rodano, Assessore alla Cultura della Regione Lazio, ha ricordato: “La Regione, che deve esprimere un parere vincolante e non è stata consultata“.Lamentele di ogni tipo sono giunte dalle due Soprintendenze. “Le ragioni di un’emergenza rischio appaiono del tutto inconsistenti. Ci sono stati alcuni smottamenti sul Palatino a causa delle frequenti piogge, ma si tratta di pianificare interventi ordinari per i quali servono finanziamenti seri“, dice Paola Quaranta, funzionario archeologo della Soprintendenza di Roma.

Le fa eco la FP CGIL: “Si fa ricorso alla Protezione Civile non perché esistano emergenze tali da giustificarne il ricorso, ma semplicemente perché il ministero si dichiara incapace di spendere le proprie risorse.” Trova spazio il sospetto che l’obiettivo principale di una simile decisione sia da annettere alla facoltà, spesso connessa al ruolo dei commissari, di deroga rispetto alle normative correnti, a partire da quella sui Lavori Pubblici e quindi, in buona sostanza, la facoltà di agire da stazione appaltante con corsie “privilegiate” rispetto alle regole vigenti.

“Italia Nostra” ha sottolineato la gravità della decisione ministeriale che di fatto viene ad esautorare i propri organi territoriali, le Soprintendenze, ponendole “sotto tutela” di figure peraltro completamente prive di ogni minima competenza nell’ambito del patrimonio archeologico, della sua tutela e della sua gestione; a tal punto che lo stesso Ministero ha ritenuto necessario, contestualmente, affiancar loro un Comitato scientifico, ancora una volta esterno alla Soprintendenza che, quindi, viene di fatto completamente delegittimata anche sotto il profilo culturale. “La presenza del Commissario – ha spiegato Umberto Croppi, Assessore alla Cultura del Comune di Roma - non inficerà il ruolo della Soprintendenza di Stato e della Soprintendenza Comunale, le cui competenze sul territorio e sulla tutela resteranno immutate. L’organo straordinario svolgerà un’azione di coordinamento tra Stato e Comune, con interventi sulla messa in sicurezza e creazione di infrastrutture delle aree archeologiche dei Fori, dell’Appia e di Ostia Antica. Si tratta di un provvedimento quanto mai urgente – ha dichiarato Croppi - per lo stato in cui versa il nostro patrimonio e per la necessità di valorizzarlo e di renderlo finalmente disponibile per i cittadini romani e i turisti”.

Enzo Bianciardi>

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