Fiumicino la lotta dei lavoratori dell'Argol
(AGR) ontinua la battaglia dei lavoratori dell’Argol. Sinistra e centro uniti nel condannare una situazione inaccettabile. Il capogruppo del Partito democratico Michela Califano, ha espresso, infatti, solidarietà ai dipendenti Argol che si sono incatenati al Terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino in segno di protesta.“La situazione dell’Argol spa - spiega Michela Califano - deve essere al più presto risolta. Il Pd da tempo sta lavorando su più fronti per sensibilizzare le parti in causa trovando però il netto rifiuto di Alitalia che ignora ingiustificatamente un patto con i sindacati per la salvaguardia dei posti di lavoro. Quello di Cai/Alitalia è un atteggiamento censurabile, che non tiene conto dei più blandi diritti dei lavoratori”.
“La situazione dell’Argol Spa – afferma Angelo Caroccia Udc - è inaccettabile. Mentre AdR si appresta a varare un mega-piano di raddoppio promettendo posti di lavoro, all’interno dell’aeroporto si licenzia. Dall’operazione di salvataggio Alitalia l’emorragia occupazionale non accenna a diminuire. E purtroppo non finirà con Argol Spa.
Questo atteggiamento che vede dipendenti e cittadini vittime sacrificali, immolate sull’altare di interessi milionari, deve terminare. L’Udc da tempo chiede, come previsto dalla Comunità Europea (agenda 21), il coinvolgimento dei cittadini attraverso consultazioni popolari sulle scelte strategiche del territorio: ampliamento dell’aeroporto e porto commerciale in primis.>Con quale faccia ci impongono un progetto di raddoppio senza nessuna garanzia in cambio? Perché Fiumicino dovrebbe accogliere un piano di ampliamento senza poter essere parte in causa di questo? Cosa abbiamo avuto in cambio dall’aeroporto? Inquinamento acustico, aerei che nelle ore di punta sommergono con il loro rumore ogni cosa. E i posti di lavoro? Catering, Argol, Alitalia. È ora di finirla con le scelte calate dall’alto. Basta bypassare i cittadini di Fiumicino, facendoli partecipi delle grandi opere solo a fatto compiuto. Basta ritrovarsi sul groppone strade stravolte e intasate o porzioni di mare e territorio violentate. Sì invece a consultazioni popolari per le grandi opere, che non significano no a prescindere ma mettono al centro, per una volta, i cittadini piuttosto che le grandi concentrazioni di potere”.