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Difendiamo...il lavoro italiano

print18 febbraio 2013 16:10
(AGR) ' i>naccettabile che Alitalia affidi a compagnie estere le tratte nazionali. La delocalizzazione va fermata ad ogni costo. - E' quanto affedrma in una nota stampa l'associazione "2 punto 11" di Fiumicino -Quello al quale abbiamo assistito lo scorso 2 Febbraio è un fatto gravissimo. La tragedia annunciata (non è il primo caso per la compagnia Carpatair) oltre a rappresentare un’esperienza drammatica per personale di compagnia e passeggeri , riapre il dibattito su alcuni degli argomenti di più cocente attualità nell’ambito del mondo del lavoro: quello della sicurezza e quello della tutela del posto.Il fatto fa seguito ad un’altra tragedia verificatasi qualche mese fa all’interno dello scalo aeroportuale e anche per questo non si possono più tollerare le condizioni nelle quali sono costretti a lavorare gli operatori di scalo. Turni massacranti, macchinari al limite della rottamazione, personale sottodimensionato per le esigenze operative, aziende che investono zero in sicurezza e manutenzione questo è il mondo che ogni mattina attende l’operaio in aeroporto. E questo è esattamente il mondo opposto a quello che auspichiamo per tutti i lavoratori italiani.

Tale situazione si acuisce quando le aziende nazionali, con un atteggiamento che non esitiamo a definire criminale, trasferiscono oltre confine le linee di produzione o le strutture di erogazione servizi. La delocalizzazione rappresenta, infatti, il peccato originale per molte aziende italiane le quali preferiscono investire all’estero piuttosto che sul territorio nazionale tradendo di fatto il proprio ruolo di garanti dell’equilibrio economico e sociale. Alitalia, malgrado abbia ampiamente beneficiato dei finanziamenti pubblici, non fa eccezione. Appaltare a basso costo il servizio alla compagnia rumena Carpatair ha avuto come unico risultato quello di far risparmiare l’azienda a discapito dei lavoratori e della garanzia della sicurezza in volo. Questo episodio rappresenta l’ennesimo esempio del fallimento dell’accordo del 2008 con CAI, accordo che fino a questo momento ha garantito esclusivamente i profitti dei potentati economici che reggono Alitalia. I nostri figli subiscono cassa integrazione, mobilità, precariato e poi vedono volare piloti e assistenti rumeni su aerei buoni solo per il macero.Il lavoro c’è…lasciamolo in Italia. Basta delocalizzazioni.

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