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Una notte bianca

print23 aprile 2012 18:20
(AGR) ( AGR )Nuova edizione per quello che è ormai considerato un cult, una icona del teatro italiano. “Una notte bianca” torna a far sorridere e pensare.L’opera prima di Gabriele Pignotta, oggi uno degli attori più amati ed apprezzati, torna al teatro Nino Manfredi per una settimana. Ne sono protagonisti ancora lo stesso Pignotta e l’inseparabile Fabio Avaro. La novità è la presenza femminile: la bravissima Cristina Odasso.

Si può decidere di cambiare vita chiusi in un ascensore? Certo! È proprio la voglia di cambiare vita e di sentirsi finalmente realizzati infatti che inaspettatamente ritrovano i tre protagonisti della commedia quando rimangono chiusi per diverse ore in un ascensore, la notte del famoso black out del 27 settembre 2003, quando a Roma sotto un diluvio, debuttava la prima indimenticabile edizione della “Notte bianca”. Solo lontani dalla distrazione tecnologica generata dalla corrente elettrica alla quale siamo quotidianamente sottoposti, si ritrova paradossalmente la voglia di confrontarsi, di riflettere, di stare insieme, di ridere, di recuperare quella dimensione umana che stiamo perdendo. così come a volte, solo nelle situazioni “estreme” riusciamo ad entrare nuovamente in contatto con noi stessi e ad individuare la direzione giusta sulla quale indirizzare la nostra esistenza.Tre ragazzi, Davide Camilla e Andrea, si trovano casualmente (o forse no) nello stesso palazzo a prendere lo stesso ascensore

Colti improvvisamente dal black out, i tre ragazzi rimangonobloccati dentrol’ascensore, come tantissimi romani quella notte.

Dopo i primi tentativi di uscire dall’ascensore chiamandoaiuto, i tre ragazzi realizzano che la loro permanenza in ascensoresarebbe durata a lungo. La loro intuizione è corretta, prima delle nove di mattina ,infatti,non riusciranno a ricevere nessun tipo di soccorso. Questo incidente del tutto casuale, si trasformerà in una divertentissima avventura in cui i tre protagonistiilluminati solo dalla flebile luce di emergenza,approfittano della situazione per affrontare ogni sorta di argomento e riflessione dando vita ad unaseriedi situazioni comiche, paradossali e molto coinvolgenti che non daranno tregua ad uno spettatore coinvolto dall’inizio alla fine.

Dietro tutta questa comicità e questa ironia che, c’è peròun viaggio esplorativo all’internodi un intera generazione ,quella dei trentenni che vivono passivamentetra l’inadeguatezza dei valori tradizionali e l’incertezza e del futuro.

Un appassionantepercorso umanoche alla fine porterà finalmente i tre ragazzi a scoprirese stessi come parte di una generazione che si deve e si vuoleriscattare e difendere, anche senon ha ancora capito come! Con ironia ecco affrontato il tema del confronto e del guardarsi dentro. E tutto rispetto a quel settembre 2009 è ancora attuale.

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