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Paola Gassman e Lydia Biondi con “La vita non è un film di Doris Day”

print04 novembre 2014 23:57
(AGR) E’ il giorno di Natale, un giorno speciale per tre amiche non più giovanissime che si ritrovano insieme, impegnate in quella che dovrebbe essere una normale conversazione e che invece si trasforma in una coinvolgente occasione per dirsi tutto ciò che in tanti anni non si sono dette. Il riferimento all’attrice, Doris Day e ai suoi film che finiscono sempre con il classico “vissero felici e contenti” non è certamente casuale. “Diciamo che quelli che vanno in scena sono degli auguri un po’ insoliti – afferma il regista Claudio Bellanti - che degenerano fino a diventare al vetriolo. Le tre amiche finiscono, infatti, per rivelarsi senza alcun pudore tutte le scomode verità a lungo celate per il quieto vivere. È proprio qui che lo spettacolo si rivela con tutta la sua provocatoria freschezza e la sua dissacrante energia. Il pubblico si riconosce nelle taglienti dichiarazioni elargite generosamente dalle protagoniste della pièce, che, dopo essersi sfidate a colpi di esilarante e feroce sarcasmo, convergono nella profondità di un rapporto che le vede mettersi a nudo e unite da una sorte non poi così tanto dissimile. Perché la vita non sarà di certo rosea come un film di Doris Day, ma l’amicizia nulla teme”. Angelina, Amalia e Augusta sono le tre donne protagoniste di “La vita non è un film di Doris Day”, commedia scritta da Mino Bellei, uno dei personaggi più poliedrici del mondo dello spettacolo, attore, doppiatore, autore e regista, creatore di questo testo rappresentato per la prima volta nel 1991 e che, per questa nuova versione, si avvale della regia di Claudio Bellanti e dell’interpretazione di Paola Gassman, Lydia Biondi e Mirella Mazzeranghi. L’autore, attraverso la divertente, dissacrante e provocatoria conversazione di tre vecchie amiche, affronta in realtà nodi esistenziali profondi, filtrati da un umorismo esilarante e da un’ ironia feroce. La vicenda: gli scienziati dicono che l'essere umano usa il 10% del suo cervello e che occorreranno secoli prima che impari ad usare il restante 90%. Angelina non sa usare nemmeno quel 10%. Lei è tutta lì, nel suo niente. Amalia, invece è sicuramente una donna intelligente, ex attrice e cantante di grande successo, ex “bella”. Oggi, è soltanto una donna sull'orlo del tracollo finanziario e nervoso, e che usa almeno un buon 20% del suo cervello. Augusta, donna energica , di poche parole, ma ricca di fatti, probabilmente è quella che lo usa meglio. Apparentemente “sola e felice”, ma sicuramente anche arrabbiata con la vita e con la propria percentuale d’uso cerebrale. Spettacolo irriverente, divertentissimo, agito da tre anziane amiche che alla soglia dei settant’ anni, dopo la reciproca conoscenza durata la gran parte della vita, scelgono il giorno di Natale per dirsi improvvisamente tutto quello che hanno taciuto nei decenni precedenti. In fondo la verità è una sola. "La vita non è un film di Doris Day”. “La scelta di mettere in scena La vita non è un film di Doris Day - dichiara ancora il regista Bellanti - nasce dal desiderio di rendere omaggio all’intelligenza con cui la drammaturgia italiana ha saputo, e sa tuttora, affrontare le questioni profonde dell’esistenza umana”. (Manuela Minelli)

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