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La Condizione femminile nei documentari cinematografici

print04 marzo 2010 21:29
(AGR) Sabato 6 marzo 2010 alle ore 15,00 saranno proiettati tre film.
Delta Padano (1951) di Florestano Vancini descrive la zona della bassa ferrarese e del Polesine, osservata da un punto di vista paesaggistico e umano, con un occhio di riguardo a quanto concerne la vita dei suoi abitanti. Inizia con il racconto della giornata di una famiglia, che, a mano a mano, si tramuta nella storia di un intero paese che vive di inazione forzata, nell'impossibilità di sfruttare la propria terra. E' la storia di 300.000 italiani ai margini delle terre più fertili del nostro paese. Le immagini riprendono le case grigie in fondo alla valle del Po, che reca acqua, ma non alle genti del delta; dodici bambini su cento muoiono di tubercolosi, circa il 40 per cento della popolazione è analfabeta, la scuola è una stanza comune dove comunque è difficile andare, camminando senza scarpe. Ma gli uomini acquistano nella sofferenza coscienza della propria dignità, sintetizzata nello slogan: "Vogliamo la bonifica.
Vajont 2000 condanne (1970) di Luigi Di Gianni utilizza, invece materiale di repertorio per ricostruire la tragedia del Vajont (9 ottobre 1963), con l'intenzione di individuare chiaramente le responsabilità del disastro che cancellò il paese di Longarone, provocando più di 2000 morti. La Sade, la società elettrica che commissionò e fece costruire la diga, conosceva il terribile rischio. L'acqua dell'invaso artificiale costruito sulle montagne alle spalle di Longarone avrebbe potuto tracimare, come avvenne, poiché la roccia della montagna era friabile. Tina Merlin, giornalista dell'Unità, aveva scritto diversi articoli per segnalare il pericolo e chiedere l'intervento delle autorità competenti. Fu invece processata per diffamazione e assolta e, nonostante i giudici le avessero dato ragione, nulla fu fatto.
Una città da salvare (1964) di Ennio Lorenzini e Vittorio Nevano è Torino: un milione e duecentomila abitanti; un incremento demografico di 500.000 abitanti in dieci anni; un impetuoso sviluppo della produzione e pochissime scuole professionali; mille aule in meno rispetto al fabbisogno; una sfrenata speculazione edilizia e affitti proibitivi; traffico difficile e disordinato; ospedali con duemila posti letto in meno di quelli necessari. Partendo da questa realtà, il documentario descrive lo sviluppo produttivo e urbanistico della "capitale dell'automobile" e analizza le responsabilità di questa crescita caotica, che corrisponde agli interessi di potenti forze economiche.
Domenica 7 marzo 2010 alle ore 10,30, la condizione femminile in Italia negli anni 50 e 60 è rappresentata da due film.
Giovanna (1955) di Gillo Pontecorvo. Qui una giovane operaia tessile lotta con le sue compagne per la difesa del posto di lavoro. Il film che ne racconta la storia si ispira a una vicenda realmente accaduta, e le operaie che ne furono protagoniste rappresentano se stesse. Siamo in Toscana, nei primi anni del 1950. La direzione di una fabbrica tessile decide una serie di licenziamenti. Ma Giovanna e le sue compagne non accettano la decisione padronale e occupano lo stabilimento: non ne usciranno, proseguendo il lavoro, fino a quando i licenziamenti non saranno revocati.
Essere donne (1965) di Cecilia Mangini è tra le prime indagini cinematografiche sulla condizione femminile in Italia, analizzata nei suoi diversi aspetti: economici, sociali, psicologici, di costume. Partendo dai modelli femminili proposti dall'industria culturale - le dive del cinema e le modelle dei settimanali di moda - il film ricerca le sue protagoniste tra le donne vere, di tutte le età e di tutte le regioni: operaie che lavorano nelle fabbriche, contadine, lavoratrici a domicilio, braccianti, emigranti, casalinghe, donne anziane e ragazze giovanissime che accudiscono ai lavori di casa e alla sorveglianza dei bambini mentre le madri sono al lavoro; lavoratrici che partecipano alle lotte sindacali per la difesa del posto di lavoro, contro i licenziamenti, contro lo sfruttamento nelle fabbriche e nelle campagne, contro il ricorso al lavoro a domicilio per violare le leggi; lavoratrici che partecipano alle lotte per la pace, per la difesa della libertà e della democrazia, insieme a tutti i cittadini democratici e progressistiLa regista Cecilia Mangini, recentemente insignita della medaglia del Presidente della Repubblica per la sua attività di prima donna regista documentarista del cinema italiano, sarà presente alla proiezione e si intratterrà con il pubblico per un dibattito sulla sua opera.
La rassegna prosegue la sua programmazione nelle giornate di sabato (ore 15,00) e domenica (ore 10,30) per concludersi Domenica 28 Marzo. Il programma completo della rassegna è pubblicato sui siti della Cooperativa Ricerca sul Territorio (www.crt-ecomuseo.it) e delll’AAMOD (www.aamod.it).
L’Ecomuseo del Litorale Romano si trova nell’Area dell’Impianto Idrovoro di Ostia Antica, in Via del Fosso di Dragoncello, 172 (località Longarina) nelle vicinanze di Ostia Antica e a circa 3 km da Ostia Lido.
Tutte le informazioni utili sul sito: www.crt-ecomuseo.it. Tel/fax 065650609; 065651764; cell.3382074283. L’ingresso alle proiezioni e agli incontri è gratuito.

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