Il mio Coppi
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SLE DONNE SLE una novità assoluta, un progetto teatrale e musicale di alto livello. Una iniziativa che si rivolge non solo ai residenti del municipio XIII, ma all’intera città, che avranno modo il lunedì, di assistere ad eccezionali performaces tutte al femminile.
Ad aprire la rassegna, lunedì 17 ottobre alle 21, “Il mio Coppi”, monologo teatrale di Daniela Morelli tratto da un racconto di Albe Ros, e interpretato da Pamela Villoresi, con la regia di Maurizio Panici.Pamela Villoresi interpreta il ruolo di Maria, sorella maggiore di Coppi che rivive un momento drammatico: Coppi è in agonia e Maria cerca di trattenerlo con la forza del suo amore e della sua pedalata. Con la memoria di una vita vissuta in fuga, una vita che ora sta per fuggire davvero. “La prima volta che ho sentito la presenza di mio fratello - racconta Maria - è stata guardando mio padre che fissava un grande airone volare sull’acqua andando incontro al sole che nasceva. Poi l’ho visto crescere e partire sulla sua bicicletta. Poi sono arrivate le mani di Cavanna, il Giro d’Italia, le gambe di Bartali, il Tour de France, la voce dei cronisti, le grida dei tifosi lungo i cigli delle strade, gli avvertimenti di mio fratello Livio: c’è stata sempre una folla infinita di clamori intorno a lui. L’ho visto tornare sporco, sconfitto e poi sempre più vittorioso, sempre più amato. Tutti pedaliamo sempre più in alto e dall’alto guardiamo come ci scorre il sangue, come abbiamo pedalato, quanta strada ci resta da fare. Mio fratello si chiamava Fausto Coppi, il sole che ha sempre illuminato la mia vita”.
Coppi: un uomo-mito che con la propria energia, con il suo corpo, la sua tenacia e la sua passione, sfida da solo le strade fangose, le montagne, il mondo, quasi a proporsi come simbolo di un’umanità alla ricerca di una realizzazione assoluta, come mito fecondatore dei sogni di cui l’immaginazione popolare ha bisogno per sentirsi un’unica grande forza. Questo mito raccontato dalla sorella maggiore del Campionissimo dà un sapore sferzante e delicato a una storia di cui tutti ancora vogliamo nutrirci.