Il cinema di Elio Petri a 'Memoriacinema'
(AGR) Il cinema di Elio Petri è la proposta di questa settimana di Memoriacinema, la Rassegna di Cinema Documentario e del reale in svolgimento alla Sala Visioni dell’Ecomuseo del Litorale Romano, organizzata dalla CRT Cooperativa Ricerca sul Territorio con il Centro Audiovisivo della Regione Lazio. Critico cinematografico e organizzatore di cineclub, Petri si avvicinò al cinema come sceneggiatore collaborando con Giuseppe De Santis, Carlo Lizzani, Gianni Puccini, Gillo Pontecorvo. Dopo aver diretto alcuni documentari, esordisce nella regia nel 1961 con “L’assassino”, interpretato da Marcello Mastroianni,che lo rivelò regista di mestiere, buon direttore d’attori, attento ai problemi psicologici e morali della società italiana. Dopo alcune sperimentazioni come “Il maestro di Vigevano” e “La decima vittima”, troverà la sua strada in un cinema di denuncia dai toni forti e diretti privi di orpelli o manierismi. “A ciascuno il suo”, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, “La classe operaia va in paradiso”, “Todo modo” rimangono, malgrado il tempo che comincia a separarci da queste opere, pellicole forti e forse irripetibili di un cinema italiano immerso in una realtà spesso contraddittoria.Sabato 14 novembre 2009 alle ore 15,00 viene presentato il documentario “Elio Petri appunti su un autore” realizzato da Federico Bacci, Nicola Guarneri, Stefano Leone, che ripercorre le tappe fondamentali della carriera di questo autore dai suoi esordi fino a una maturità interrotta da una morte improvvisa. Domenica 15 Novembre alle ore 10,30 sarà in programma l’opera seconda di Elio Petri, “I giorni contati” del 1962. Il film è una storia di morte: la morte della moglie di Cesare, l’idraulico cinquantacinquenne, protagonista dell’opera, che all’inizio del racconto è appunto da poco vedovo; la morte di uno sconosciuto coetaneo di Cesare, che l’uomo vede morire improvvisamente sul tram; la morte che, dopo questi fatti, Cesare cerca di vincere, o di evitare, o di dimenticare smettendo improvvisamente di lavorare per cercare un poco di godersi una vita mai posseduta, i piaceri mai avuti, le esperienze mai provate; la morte che, infine, conclusivamente trionfa, dopo che Cesare, avendo verificato come ormai sia tardi per tutte le nuove strade e come il suo cammino sia irrimediabilmente tracciato, torna a lavorare e dunque ad attendere, come sempre, la propria ora.