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Lazio, prima la messa in sicurezza

print13 febbraio 2014 19:20
(AGR) "I dati forniti dal dossier “ecosistema rischio”, dimostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, da una parte, quanto sia importante la messa in sicurezza del nostro territorio nazionale e le politiche di prevenzione, e dall’altra, quanto poco si è fatto in tal senso. Tutto ciò, ha avuto dei costi insopportabili in termini economici e di vite umane: 240 miliardi di euro dal 1944 ad oggi per i danni legati a frane, alluvioni e terremoti, secondo una stima Cresme e Ance, e dal 2002 al 2014 293 morti, di cui 24 nel 2013.Tuttavia la prevenzione manutenzione del territorio, la messa in sicurezza e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, partendo dalle scuole, sono l’unicarisposta per ridurre le situazioni di emergenze, ma anche un volano per far ripartire la nostra economia. Dal dossier Ecosistema rischio, emerge che sono situate in aree a rischio idrogeologico: abitazioni 84% (dei comuni intervistati), Quartieri 34%(dei comuni intervistati), Industrie 73% (dei comuni intervistati) e Strutture sensibili 25% (dei comuni intervistati). La situazione non va molto meglio per ciò che riguarda le attività di prevenzione e di protezione civile. Molto negativo, poi, il dato sul lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico.

Da questo punto di vista l’Istituzione dell'Agenzia regionale di Protezione Civile, avvenuta lo scorso 6 febbraio, attraverso un percorso bipartisan, dota la nostra Regione di una buona legge di protezione civile e segna il primo passo per invertire questa rotta. La nuova agenzia di protezione civile sarà quindi uno strumento utile per andare a colmare, anche,le lacune emerse dal dossier di Legambiente e per supportare i comuni in questa importante sfida, puntando sulla formazione e lavorando con le associazioni presenti sul territorio. È necessario, infatti,che vengano prodotti al più presto i piani di emergenza che, mancano nel 43% dei comuni intervistati, e aggiornati quelli esistenti. Vanno poi aumentate l'individuazione di aree di accoglienza in caso di calamità COC, i comuni che recepiscono il sistema di allertamento regionale, le struttura protezione civile h24, le attività di informazione e sistemi di monitoraggio e allerta, ed infine le esercitazioni che attualmente si svolgono solo in un quarto dei Comuni.Servono consistenti investimenti nella prevenzione e manutenzione, che vanno trovati nei fondi europei e regionali.Per questi ultimi tornerò a chiedere, durante la discussione sul Collegato al bilancio, le risorse finalizzate per sostenere le attività di prevenzione del rischio idrogeologico, dando, così, seguito all’ ordine del giorno, votato all'unanimità, che presentato durante l’approvazione del bilancio regionale.Lo ha dichiarato in una nota Cristiana Avenali, Consigliere Regionale del gruppo Per il Lazio e membro della Commissione Ambiente e Rifiuti.

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