La denuncia del Presidente della Confesercenti di Roma e del Lazio
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Valter Giammaria - Presidente della Confesercenti di Roma e del Lazio
La crisi: "I negozi di vicinato continuano a registrare variazioni tendenziali negative (-3,2%, che al netto dell’inflazione diventa un -4,4%) anche se di minore entità rispetto ai mesi passati. Nel dettaglio le piccole imprese hanno un calo nel comparto alimentare dell’1,1% e del 3,7% nel non alimentare. Da inizio d'anno (gennaio-aprile), le imprese del commercio al dettaglio con massimo 5dipendenti registrano un calo delle vendite del 4%. Guardando ai diversi gruppi di prodotti, nessuno in questi primiquattro mesi del 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008, ha visto un incremento delle vendite". Tutto questo accade mentre – segnala la Confesercenti – scende in modo forte il fatturato dell'industria italiana e "pensare – segnala Giammaria – che c’era chi diceva che il peggio era passato o critica la nostra denuncia per un eccessivo e ingiustificato allarmismo. Purtroppo siamo ancora all’interno della crisi finanziaria e dei consumi e la speculazione torna a far lievitare i prezzi del petrolio".
I saldi: "Anche i prossimi Saldi estivi, partono all’insegna della crisi. Le offerte – secondo il Laeder della Confesercenti - non mancheranno e invitiamo i consumatori a cogliere l’occasione fidandosi degli esercizi di vicinato. Per le nostre aziende – aggiunge il Presidente della Confederazione - questa occasione è importante anche se non risolverà i problemi accumulati con le perdite dei mesi scorsi nell’ordine del 15/20%. Le nostre previsioni stimano un effetto Saldi di breve durata che dovrebbero far registrare un più 5/10% rispetto allo scorso anno". Circa i saldi, La Confesercenti di Roma e del Lazio sottolinea che questo è il secondo svolgimento dei saldi estivi dopo l’approvazione della nuova Legge Regionale che ne ha anticipato l’inizio di una settimana e modificato diversi elementi rispetto alla vecchia normativa. "Il continuo anticipare l’inizio di questa vendita speciale, segnala Giammaria, che per sua propria natura è legata alle stagioni e non a situazioni contingenti o soggettive, rischia di snaturare il tipo di occasione oltre che creare ulteriore confusione nei consumatori". Inoltre, secondo la Confesercenti, il mancato rispetto delle regole di questo tipo di vendita speciale, anticipato con sconti vari da molti esercizi (che stimiamo in un 15% delle attività) vanifica l’importanza di questo evento che deve essere riproposto con le giuste forme.
Il turismo: Mentre tra i cittadini c’è chi rincorre i sogni con scommesse e giochi, sottolinea Confesercenti (con picchi record per il Superenalotto) il cui giro di affari nazionale complessivo supera ormai i 47 miliardi di euro: come dire che in tempo di crisi un italiano su due punta sul Superenalotto, mentre altrettanti scommettitori cedono alle lusinghe del Gratta e vinci e dei videopoker; questa estate di vacanza, all’insegna della crisi, cambia le abitudini: se sembrerebbe leggermente salire il numero di chi va in vacanza, purtroppo scende la spesa (circa il 15% in meno) con una riduzione del periodo di relax, anche riscoprendo il Bel Paese. Notizie che certamente non possono rallegrare le imprese del settore e più in generale la nostra economia, fortemente a trazione turistica, che imporrebbero scelte politiche economiche più coraggiose e urgenti, anche a sostegno dei consumi.
Il credito: In questo quadro d’insieme legato al periodo e al contesto, non possiamo esimerci dal denunciare – conclude la Confesercenti - ancora una volta che se da un lato aumentano i depositi bancari, i margini per l’accesso al credito si sono molto ristretti, soprattutto per le piccole e medie aziende che si vedono sempre più spesso negare credito, anche assistito da garanzie di un Confidi e di natura personale: "in questo modo – chiosa Giammaria - il rischio per le imprese più in difficoltà è quello di abbassare le serrande. Se è vero che la nostra economia – aggiunge- si regge sulle piccole aziende familiari e dei servizi che reggono meglio il colpo della crisi rispetto all’industria, come ci ricorda Banca D’Italia nell’analisi dei dati del Lazio, questa è purtroppo solo una mezza verità. La piccola impresa è anche la più vulnerabile, il suo futuro è appeso ad un filo o se volete ad un fido, non può usufruire di ammortizzatori sociali e se chiude non c’è nessuno pronto a rilevarne le insolvenze: insomma, se questa chiude, muore per sempre quella storia economica con un danno per tutti".