A Roma una nuova tassa sugli italiani
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Valter Giammaria - Presidente Confesercenti Provinciale di Roma
La tassa di soggiorno, come concepita dal Governo, renderebbe la nostra città meno competitiva sui mercati internazionali e rispetto alle altre Capitali europee, le quali godono di un regime fiscale più vantaggioso e competitivo nelle transazioni con i grandi Tour Operator internazionali.
Di fatto, secondo Confesercenti, viene introdotta una ulteriore tassa sugli italiani che rappresentano il 40% del totale delle presenze turistiche nella città.
Del resto non si può confondere ricettività alberghiera e turismo, comprendendo, la prima, anche i pernottamenti legati ai bisogni di lavoro, di studio, o di accesso ai servizi sanitari di cui fanno uso gli italiani che giungono a Roma e che sarebbero penalizzati da una ulteriore Tassa.
Secondo la Confesercenti occorrerebbe abbandonare definitivamente l’idea di una Tassa di soggiorno per far posto, eventualmente, ad una diversa tariffa dei servizi turistici che garantirebbero comunque adeguate entrate per far fronte al bisogno di cassa del Comune di Roma.
Il Vice Presidente Pica Villa ha anche aggiunto. “ non si comprende perché il monumento più visitato d’Italia, con i suoi 4 milioni e mezzo di visitatori, il Colosseo, ha un biglietto di soli 9 euro contro gli altri due simboli come la Torre di Londra e la Tour Eiffel che godono di un ticket rispettivamente di 20 e 13 euro”.
Pertanto, la Confesercenti propone di non applicare la tassa di soggiorno agli italiani e di adottare un adeguamento delle tariffe museali, adeguando i ticket al valore dei nostri beni culturali.