A proposito di fannulloni, assenteisti e produttività della P. A.
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Palazzo Chigi
I lavoratori del settore del pubblico impiego già da qualche tempo vivono una realtà scomoda che li vede quotidianamente oggetto dicensure e ammonimenti dalla maggior parte degli organi di potere politico, supportati in larga misura dagli organi di informazione. La ratio sottesa individua particolarmente in questa categoria di lavoratori un numero a quanto pare consistente di “fannulloni”, distinguendoli tuttavia da coloro che, con il loro impegno, risultano produttivi per la comunità. Non è dato sapere con precisione quanti essi siano, ma il punto è che al fine di migliorare l’intero sistema-Paese occorre necessariamente che sia garantita una migliore produttività nell’ambito dell’intero settore pubblico, distinto per singoli comparti di contrattazione.
In buona sostanza, si tratterebbe di garantire il miglioramento della produttività del settore mediante un nuovo sistema regolativo del trattamento accessorio, basato su incentivi e disincentivi prevalentemente di natura economica,idoneo a smantellare l’attuale sistema di riferimento posto in essere dalla contrattazione sindacale, troppo spesso colpevole di distribuire tale salario secondo la modalità “a pioggia”. Senza operare cioè distinzioni di merito tra i lavoratori, garantendo indistintamente a tutti un salario accessorio, e quindi aggiuntivo, a volte – si sostiene – indipendentemente da una valutazione circa le prestazioni aggiuntive effettivamente svolte!
Ma, se questa è la situazione di partenza rappresentata, non si capisce allora il significato profondo della manovra compiuta dal governo in questi giorni. Nel dettaglio della questione, infatti, emerge che l’art. 67 del D.L. citato, in rapida successione, stabilisce che:
“1. Le risorse determinate, per l’anno 2007, (…) sono ridotte del 10%. 2. Per l’anno 2009, nelle more di un generale riordino della materia concernente la disciplina del trattamento economico accessorio, (…) tutte le disposizioni speciali, di cui all’allegato B, che prevedono risorse aggiuntive a favore dei fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa delle Amministrazioni statali, sono disapplicate. 3. A decorrere dall’anno 2010 le risorse previste dalle disposizioni di cui all’allegato 1,(…) sono ridotte del 20% e sono utilizzate sulla base di nuovi criteri e modalità(…) che tengano conto dell’apporto individuale degli uffici e dell’effettiva applicazione ai processi di realizzazione degli obiettivi istituzionali indicati dalle predette leggi (…)”. Il testo dei commi successivi al terzo, nel combinato disposto di altre norme del decreto,attua in maniera più organica, distinguendo anche per comparti di contrattazione,le disposizioni di principio ora evidenziate, determinando di fatto, per l’anno 2009, la disapplicazione di uno stanziamento di risorse per la maggiore produttività della P.A., per un importo medio annuo lordo pro capite (e quindi, senza distinzione alcuna di merito!!!) così stimato:
Ministero economia e finanze | € 5221,38 |
Agenzie fiscali | € 3908,49 |
INPS | € 4931,78 |
INAIL | € 1029,76 |
INPDAP | € 5124,92 |
Ministero lavoro e previdenza sociale | € 274,67 |
Ministero dell’interno | € 550,20 |
Ministero infrastrutture e trasporti | € 866,70 |
Ministero esteri | € 2170,66 |
Ministero difesa | € 316,00 |
Ministero salute | € 9467,00 |
Ministero ambiente | € 1367,14 |
Ministero comunicazioni | € 456,85 |
Ministero pubblica istruzione | € 718,24 |
A quanto sopra si somma, sempre per l’anno 2009, una ulteriore riduzione del 10% dei fondi destinati alla contrattazione integrativa con una riduzione media procapite del salario accessorio pari ad:
€ 639,90 per il comparto Ministeri
€ 1069,80 per il comparto Agenzie fiscali
€ 938,60 per il comparto Enti Pubblici non economici
€ 754,75 per gli Enti di cui all’art. 70 del D. L.vo 165/01
(N.B.: La fonte di quanto riportato in grassetto è un documento della CGIL-Funzione Pubblica dell’1/7/2008).
Per avere il quadro completo dell’operazione, occorrerebbe anche quantificare i tagli previsti per l’anno 2010, ma crediamo che quanto evidenziato sia di per sé largamente sufficiente a concludere che:
di fronte al problema della riduzione del potere d’acquisto dei salari dei pubblici impiegati (per definizione, non evasori!), non si capisce il senso di tale manovra!>
di fronte alla necessità di colpire i fannulloni e gli assenteisti del settore della P.A., non si capisce il senso di tale manovra!>
di fronte alla necessità di rendere maggiormente produttivo il settore della P.A., non si capisce il senso di tale manovra!>
G. Loria>