Salvatore Dattolo: un’arte in bilico tra concetto e divertissement
Per sfuggire al confinamento l'artista è andato alla ricerca di spazi interiori di libertà. Ogni opera è diventa impulso, poesia, una nuova strada mentale da esplorare portando in primo piano il pensiero ed il concetto rispetto all’impatto visivo
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Salvatore Dattolo opere
(AGR) di Anna Iozzino
Dopo la significativa Mostra di sculture in legno o in tufo, allestita nella splendida sala meeting del seicentesco Palazzo Falletti nel 2018 e dedicata ai “PERSI”, cioè a tutte quelle persone deboli, sfortunate o disadattate che si perdono nelle strade del mondo, Salvatore Dattolo, nell’angoscioso isolamento di questa pandemia virale 2020 – 2021, ha creato una nuova serie di sculture con il titolo provocatorio ed oscuro di INPAPU, con uno stile in bilico tra concetto e divertissement, inteso in senso filosofico come distrazione e fuga dai problemi pratici ed esistenziali. Blaise Pascal (1623 – 1662), a tale proposito ha scritto: «Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l’ignoranza, hanno creduto meglio, per essere felici, di non pensarci».
Per sfuggire al confinamento quest’artista è andato alla ricerca di spazi interiori di libertà e così ogni opera è diventa impulso, poesia, una nuova strada mentale da esplorare portando in primo piano il pensiero ed il concetto rispetto all’impatto visivo ed emotivo dell'opera d'arte in un’autonoma alterità. È una contaminazione tra concetti e volumi, tra tragedia e fuga dal reale, tra interiorità ed esteriorità, tra particolare ed universale.