Parco archeologico del Colosseo, nasce l'"Oasi Aurum Coronarium", storia, natura e scienza al centro del progetto
L’oasi Aurum coronarium è racchiusa tra specie vegetali note per le loro spiccate capacità di assorbire il particolato atmosferico ed eliminare gli inquinanti gassosi, pericolosi per l’ambiente e la salute umana. Le piante scelte contribuiscono inoltre alla tutela delle superfici archeologiche
l'"Oasi Aurum Coronarium",
(AGR) “La natura stessa insegna” (“natura ipsa docet”, Naturalis historia VII).Richiamando le parole di Plinio il Vecchio sull’importanza e la maestria della natura, il Parco archeologico del Colosseo, grazie alla sponsorizzazione tecnica del Gruppo Editoriale GEDI, ha inaugurato un’oasi verde lungo le pendici meridionali del Palatino quale contributo per la resilienza alla crisi climatica che sta coinvolgendo il pianeta.
L’oasi Aurum coronarium è racchiusa tra specie vegetali note per le loro spiccate capacità di assorbire il particolato atmosferico ed eliminare gli inquinanti gassosi, pericolosi per l’ambiente e la salute umana. Le piante scelte, molte presenti nell’area fin dall’antichità, contribuiscono inoltre alla tutela delle superfici archeologiche soggette al degrado dovuto al deposito degli elementi inquinanti sui manufatti, con danni spesso irreversibili.
Il progetto “Oasi Aurum coronarium” fa seguito alle prime due “barriere antismog” che l’architetto Paesaggista Gabriella Strano (PArCo) ha installato il 21 novembre 2020 in un tratto del percorso meridionale alle pendici del Palatino, prossimo all’esterna via dei Cerchi, dopo uno studio sulla vegetazione mediterranea idonea per mitigare gli effetti antropici sull’ambiente in ambito urbano, dimostrazione di quanto il patrimonio vegetale sia fondamentale per il benessere del pianeta.
“L’iniziativa Aurum coronarium si inserisce nella politica che il Parco porta avanti fin dalla sua istituzione, volta alla cura quotidiana dell’ampia area verde, alla conservazione dell’ecosistema e della biodiversità oltre che alla riduzione dell’inquinamento, comunicando questi valori al proprio pubblico – dichiara Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo. Il nome del progetto trae ispirazione da un affresco che spicca sul terzo strato, databile alla metà circa del VI secolo d.C., della celebre parete palinsesto, posta all’interno di Santa Mafia Antiqua, con scena di offerta di corone auree alla Madonna, ritratta seduta in trono con bambino”.
“Il progetto che abbiamo sostenuto con grande interesse sottolinea l’attenzione del Gruppo Gedi verso la sostenibilità e la difesa dell’ambiente – dichiara l’amministratore delegato di Gedi News Network Corrado Corradi. Consapevole del proprio ruolo di leader nel contesto editoriale italiano e non solo, GEDI ha sviluppato un’articolata politica ESG che stabilisce impegni concreti sui temi del rispetto ambientale, del progresso sociale e dell'inclusione”.
La realizzazione dell’Oasi, sponsorizzata dal Gruppo Editoriale Gedi, diventa così una forma di comunicazione e resilienza consapevole sul problema ambientale, un rapporto fisico e emozionale con la vegetazione che, nell’Aurum coronarium, avvolge e protegge. I pannelli esplicativi, posizionati ad una altezza idonea per qualsiasi esigenza ed età, permettono di riconoscere le specie arbustive che compongono il circolo vegetale e la loro capacità di assorbimento degli elementi nocivi diffusi nell’aria.
L'oasi, per definizione, rappresenta un luogo di riposo e sollievo. Qui è possibile sedersi e ammirare il ricco palinsesto archeologico circostante. Le panchine, realizzate in tufo e travertino, materiali tipici della geologia del Palatino, sono state disposte in modo strategico per offrire diverse esperienze: all'ombra di un ampio pergolato o al sole, in base a uno studio sulla ventilazione che ha individuato il punto ideale per aprire una "finestra" nella barriera verde, consentendo l’afflusso estivo del Ponentino romano da occidente.
Le foglie delle barriere vegetali – le stesse specie sono state impiantate ora anche nell’Oasi Aurum coronarium – sono state campionate e analizzate nel 2022 e nel 2023, per dimostrare e valutare la loro capacità di accumulare il PM inquinante e fornire servizi di conservazione preventiva dell’area archeologica del Palatino. Lo studio, realizzato in collaborazione scientifica con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’Università di Siena e l’Accademia Nazionale dei Lincei, si è avvalso anche dell’esposizione di trapianti lichenici per delineare, con le tecniche del biomonitoraggio magnetico e chimico, la quantità e la tipologia di PM metallico di origine veicolare diffuso sulle pendici meridionali del Palatino.
In linea con il progetto Parco Green, l’apertura della nuova Oasi al Parco archeologico del Colosseo rafforza l’impegno nella salvaguardia ambientale, grazie a interventi di valorizzazione delle aree verdi volti a promuovere la tutela della biodiversità e la sostenibilità.
Il percorso delle pendici meridionali lungo il quale si incontra l'oasi sarà aperto il giorno 8 dicembre dalle ore 10.15 alle 13.45.