Ostia Antica, un ristorante nella storia del Borgo
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Per questo abbiamo bisogno di luoghi dove l’inventiva del presente sa dialogare con la saggezza del passato. Luoghi come il Ristorante Monumento: porte per accogliere generosamente volti comuni e notissimi, finestre per sentire serenamente il vento calmo della Storia. E un caminetto che racconta più di un secolo di ricette originali, di pietanze fatte in casa, di via vai dei camerieri, di amabili chiacchiere davanti al fuoco, di romantiche cenette, di grandi eventi. La convivialità diventa meditazione e arte della memoria, trasformando il cibo in una esperienza emotiva. Nel doppio segno della tradizione romana e romagnola, cugine sin dal nome. Questo libro si fa mangiare con gusto, a poco a poco, per quanto di bello propone, ricco di immagini e parole, disegni e testimonianze.
Ed è una scommessa contro la smemoratezza. Non a caso, vicino al Ristorante, c’è la storica epigrafe su “Pane e lavoro”, capace di rievocare l’epopea dei bonificatori romagnoli che fra Otto e Novecento hanno dato un nuovo futuro a questa porzione di Agro Romano inghiottita per secoli dalla malaria e dall’abbandono. E’ il nostro Western, un’epopea fascinosa, intrisa di eroismi, sogni e sacrifici: Hollywood ne avrebbe tratto ispirazione per almeno dieci film con John Wayne e James Stewart. Ma qui siamo in Italia, e non ci accorgiamo di quanti tesori siano custoditi nel nostro passato. Questo libro, dunque, è un atto di coraggio, va controcorrente, scompiglia le carte di quella dannata smemoratezza che ci schiaccia sull’attimo fuggente e non ci fa accorgere della vita vivente, quella che ci fa dimenticare la nostra condizione privilegiata di eredi di un passato meraviglioso e gagliardo: un passato da custodire e valorizzare nel presente, da rivivere e proiettare nel futuro