Ostia, a Cineland Micaela Ramazzotti racconta la sua “Felicità”
Presentata un’anteprima del film con annesso dibattito, al quale hanno partecipato oltre 600 persone, organizzato dal “Cineclub di Elisabetta” in cui l’attrice-regista ha presenziato e raccontato i segreti, il significato ed il filo conduttore del film
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Micaela Ramazzotti a Cineland
(AGR) Che cos’è la felicità….è il quesito che la platea del film di Micaela Ramazzotti ha posto alla regista-attrice della pellicola “Felicità” che tanto successo di pubblico e critica ha riscosso al Festival di Venezia e che ieri sera è stato proposto a Cineland. Un’anteprima del film e dibattito, al quale hanno partecipato oltre 600 persone, organizzato dal “Cineclub di Elisabetta” che, nei suoi appuntamenti settimanali, presenta pellicole proiettate nei Festival, approfondendo i temi dei film con l’aiuto di critici cinematografici.
Ieri, con il regista e critico Riccardo Fabrizi c’era anche anche la regista, interprete principale del film e sceneggiatrice Micaela Ramazzotti. “La Felicità è una parola che mi piaceva. Una parola che nominiamo sempre, che ci accompagna, che rincorriamo. La felicità è difficile da raggiungere, mentre l’infelicità di fa compagnia più a lungo. Nel film, fino a quando Desirè non riesce a mettere sul quel treno il fratello, l’occasione attesa per intercettare la felicità. Che cosa significa Felicità? Significa che tutto va bene, direi che è una cosa semplice che fa parte del quotidiano”.
“Com’è nata l’idea di questo film….? Chiede la platea. Il film è scritto a tre mani, ma il filo conduttore della storia ce l’aveva in testa la Ramazzotti che racconta: “Scrivere è un atto molto intimo. Quando ho pensato a questo soggetto ho pensato di coinvolgere due mie amiche. Abbiamo unito le forze ed abbiamo iniziato a scrivere, a buttare giù la storia di questa famiglia di Fiumicino, dell’intellettuale di piazza Vittorio, il professore (compagno di Desirè) che finisce poi per abbandonarla, volevamo sottolineare i due mondi diversi ed al centro della storia c’erano questi due fratelli, Claudio e Desirè. Un film che racconta l’emancipazione di questi due fratelli vissuta attraverso gli occhi di Desirè. La dinamica è quella tra vittime e carnefici, i carnefici sono i due genitori e le vittime sono i due figli. Spesso nella vita le vittime difendono i loro carnefici e così accade anche per i due fratelli fino a quando Desirè riesce a salvare Claudio aiutandolo a guardarsi intorno, a capire e sopratutto accompagnandolo al treno, quel treno che è la sua occasione per cambiare. Ed in questo cammino Desirè che inizia a guardare anche se stessa”.
L’attività del “Cineclub di Elisabetta”, al quale sono iscritte oltre 1200 persone, offre un programma dettagliato settimanale, elaborato e promosso da Rosalba Rossigno e Riccardo Meli, che prevede due proiezioni ogni martedì, alle 17 ed alle 20, con relativo dibattito. Prossimo appuntamento martedì 17 ottobre.