I campi dei vinti
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02 maggio 2012 08:31
(AGR) ( AGR )“I campi dei vinti. Civili e militari nei campi di concentramento alleati in Italia (1943-46)”, è pubblicato da Cantagalli Edizioni. Tra gli importanti studi sulla questione dei prigionieri di guerra nessuno finora aveva mai affrontato in maniera così ampia la realtà dei “campi dei vinti”, i luoghi di internamento in cui furono detenuti fascisti e presunti tali fra l’estate del 1943 e la primavera del 1946. Fame, sete, umiliazioni, violenze e privazioni di ogni genere, la storia dei campi di concentramento Alleati in Italia è drammatica e sommersa: più di cinquantamila civili e militari sottoposti per mesi (alcuni per due interi anni) a una brutale limitazione della libertà, concentrati in campi di internamento, insufficienti per strutture sanitarie, alimentazione, dignità umana. Questa la realtà dei “campi dei vinti” nei quali furono rinchiusi dagli Alleati e senza processo decine di migliaia di fascisti o presunti tali. Tra loro militari di leva, personaggi della cultura, del giornalismo, professionisti, futuri uomini di spettacolo, oltre a ministri, nomi illustri e professori universitari che, come mostra l’autore, costituiranno la base di consenso del neofascismo postbellico. Da Padula a Salerno e Collesciopoli, da Coltano a Laterina, a Miramare a Taranto. PaoloLeone, giornalista residente a Fregene e noto nel territorio romano, traccia con stile asciutto e preciso una sorta di geografia del reticolato, senza dimenticare i campi di transito dove venivano ammassati i prigionieri destinati ai luoghi di detenzione definitiva e spesso giudicati da estemporanei tribunali del popolo che provvedevano a esecuzioni sommarie. Un saggio ampio e originale che, grazie ad una ricerca scrupolosa svolta negli archivi britannici, fa luce sulle norme giuridiche e sulla vita quotidiana dei luoghi di internamento, restituendo alla storiografia italiana una pagina oscura e sconosciuta delle vicende che segnarono la conclusione del secondo conflitto mondiale.Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti