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Franco Menolascina in mostra a Roma, quale identità...?

print03 giugno 2014 09:35
(AGR) Nelle opere di Franco Menolascina risuona fortemente un modo di sentire la forma, lo spazio e il tempo che è romantico, etico sin nel suo fondamento creativo-ideologico, legato ad un’ostinata necessità di mutazione di noi stessi e della natura. Franco Menolascina appartiene alla minoranza degli artisti decisi a riconquistare l’identità perduta, a modificare l’essere umano, ad identificarsi in un mondo ideale libero dai campi di concentramento, dall’oppressione, dalla schiavitù, guerra e morte. Da quando esiste la civiltà esiste un condizionamento del pensiero, ma è l’artista che cerca la liberazione per sé e per gli altri....

Franco Menolascina non è asservito al prototipo culturale omologato, egli difende la sua libertà di pensiero. Nelle sue opere polimateriche (bronzo, rame, legno, graffite e terracotta) si attesta una disperata solitudine e nello stesso tempo un amore cosmico in cui confluiscono varie motivazioni etico-esistenziali ma tutte riconducibili all’idea del riscatto dell’intera umanità attraverso la coscienza della raffigurazione. Menolascina lacera il velo dell’ipocrisia e dell’impotenza critica della società globalizzata, rilevando l’incoscienza e l’ambiguità dove l’uomo vive la morte della sua identità. Egli assolve al compito, morale prima che artistico, di mettere in luce ciò che vi è di invisibile, ciò che vi è di inesplicabile nella natura. L’artista offre all’osservatore una visione che in qualche modo, tramite la sua coscienza, gli permette di percepire l’apparire in tutta la sua significazione della condizione umana. In sintesi vi è una spaccatura ineliminabile che si viene a creare: l’uomo è obbligato a conquistare un’essenza che sente conquistata ma che non comprenderà mai nella sua interezza.

Si può affermare che la ricerca di Menolascina comprende diverse riflessioni su vari argomenti che possono essere rintracciati, in generale nella storia e in particolare nella quotidianità e sui quali l’artista medita nel tentativo di scoprire nuove positività e possibili proposte per la formazione di un uomo libero e migliore. D’altronde la condizione umana presentata nelle sue opere, denota una logistica compositiva tutta protesa a porre la domanda sull’angoscia e la solitudine umana ma dall’altra parte lasciando il posto ad una intima riflessione sulle motivazioni classiche nel tentativo di scoprire interpretazioni che possano trovare una risposta edificante.

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