Bello come un...Adone in spiaggia
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Cosa ha osservato questa volta lo psicologo.....? Al mare gli italiani invidiano gli addominali scolpiti del vicino di ombrellone e le italiane i glutei tonici delle altre donne, un chiodo fisso a cui è stato dato il nome di sindrome di Adone, facendo riferimento al personaggio che nella mitologia greca rappresenta il simbolo dell'ideale di bellezza e perfezione.
"A scatenare questa ossessione, che nei casi più gravi porta uomini e donne a volere raggiungere una forma fisica sempre più prestante, basando la propria vita su diete rigide, allenamenti fisici estenuanti ed assunzione di farmaci, è però un altro disturbo: la "sindrome di Dante e Beatrice" - puntualizza il padre delle Discipline Analogiche che ha così battezzato il complesso caratteristico di sintomi che porta l'individuo a sentirsi incapace di conquistare il proprio sogno perché si autopercepisce come non all'altezza dal punto di vista delle sue capacità seduttive legate all'essere maschio o all'essere femmina. - Essi incarnano spesso la figura con la maschera del super-uomo e della super-donna per compensare la loro autopercezione di sentirsi poco maschi o poco femmine" spiega Stefano Benemeglio.
"E dalla mancanza di accettazione di se stessi e del proprio corpo, nutrita da un'insoddisfazione di fondo, da una bassissima autostima e da una labilità da un punto di vista emotivo nasce la ricerca ossessiva di perfezione fisica, la fissazione di non avere muscoli a sufficienza, la preoccupazione di avere un difetto fisico in realtà inesistente, la costante insoddisfazione del proprio corpo" aggiunge Samuela Stano, presidente dell'Università Popolare delle Discipline Analogiche (www.upda.it).
In tempi normali -secondo l'Università Popolare delle Discipline Analogiche- a soffrire della sindrome di Adone è il 12% degli italiani. Ma d'estate e al mare, come ha osservato Stefano Benemeglio, le percentuali aumentano esponenzialmente: ne sono colpiti in maniera più o meno lieve l'89% delle donne ed il 72% degli uomini.
Insomma l'estate può diventare un periodo difficile perché scoprire il nostro corpo ci porta ad esporci al giudizio nostro e a quello degli altri, mettendo in evidenza la differenza tra come siamo e come vorremmo essere o -meglio- come i modelli estetici ideali diffusi dai mass media ci dicono che dovremmo essere e consentendo -almeno in potenza- di far emergere più facilmente le nostre fragilità.
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Quali parti del corpo sono le più invidiate? Secondo quanto rilevato dall'Università Popolare delle Discipline Analogiche (www.upda.it) le donne si focalizzano su glutei più alti e sodi (79%), seni più tonici (68%) e gambe più snelle (59%), mentre gli uomini si concentrano su addominali scolpiti (68%), bicipiti più definiti (65%) e gambe più muscolose (56%).Per entrambi i sessi è il desiderio di piacersi di più -con il 58% per le donne ed il 55% per gli uomini- a prevalere sul desiderio di piacere di più, che si attesta invece al 42% per le donne ed al 45% per gli uomini.In merito alle reazioni al disagio provato difronte agli altri, secondo quanto osserva l'Università Popolare delle Discipline Analogiche, il 62% delle donne ed il 68% degli uomini distolgono quasi subito lo sguardo dall'oggetto della loro ammirazione, proponendosi anche di iscriversi in palestra per migliorare la propria forma fisica (il 27% delle donne ed il 30% degli uomini) e di mettersi a dieta (il 25% delle donne ed il 18% degli uomini).
"Non deve stupire che per sentirsi maggiormente a proprio agio un 3% delle donne ed un 2% degli uomini prende la risoluzione di non mettersi in costume da bagno e di rimanere con la maglietta sotto l'ombrellone- esplicita inoltre Stefano Benemeglio, che vuole tranquillizzare un po' tutti. - Entro certi limiti questa ossessione è del tutto normale" assicura lo psicologo. La sindrome di Adone può diventare invece patologica quando l'ossessione non trova mai realizzazione e l'individuo dedica così la maggior parte del suo tempo a soddisfare questo suo desiderio, non dando importanza al resto della propria vita, arrivando a fare uso di farmaci per aumentare la propria tonicità muscolare e continuando -a prescindere dai risultati ottenuti- a sentirsi incapace di conquistare il proprio sogno: una patologia che in campo medico viene definita «anoressia riversa» o anche -dall'inglese- dismorfia muscolare (muscle dysmorphia) o vigoressia (bigorexia).
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