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Ad Ostia film documentario sulla migrazione

print13 novembre 2015 16:20
(AGR) (AGR Con una proiezione organizzata in collaborazione con ZaLab Presentazione dei film a cura di PAOLO ISAJA, regista documentarista Presso Sala Visioni Ecomuseo del Litorale Romano/POLO OSTIENSE (via del Fosso di Dragoncello, 172 - Ostia Antica - Località LONGARINA) ha inizio sabato 14 novembre una nuova rassegna di cinema documentario e a soggetto dedicata alle vittime dell’intolleranza, della guerra e della migrazione in ogni parte del mondo. Per prendere conoscenza e riflettere su cause e conseguenze epocali di eventi scatenati per interessi di parte, aberrazioni sociali, volontà di sfruttamento e dominio. Il film presenta per la prima volta la voce diretta dei migranti africani sulle modalità in cui la Libia sta operando il controllo dei flussi migratori dall’Africa, per conto e grazie ai finanziamenti di Italia ed Europa. Dag studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba, in Etiopia. A causa della forte repressione politica nel suo paese ha deciso di emigrare. Nell’inverno 2005 ha attraversato via terra il deserto tra Sudan e Libia. In Libia, però, si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Sopravvissuto alla trappola Libica, Dag è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove ha iniziato a frequentare la scuola di italiano Asinitas Onlus, punto di incontro di molti immigrati africani. Qui ha imparato non solo l’italiano ma anche il linguaggio del video-documentario. Così ha deciso di raccogliere le memorie di suoi coetanei sul terribile viaggio attraverso la Libia, e di provare a rompere l’incomprensibile silenzio su quanto successo nel paese nordafricano. “Come un uomo sulla terra” è un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale Dagmawi Yimer riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non potevano rimanere ancora a lungo nascoste. Il documentario si inserisce in un progetto di Archivio delle Memorie Migranti che ha coinvolto Asinitas, ZaLab e AAMOD.

Chi è …Andrea Segre

Regista di film e documentari per cinema e televisione, è anche dottore in ricerca in Sociologia della Comunicazione. Da oltre dieci anni presta particolare attenzione al tema delle migrazioni ed è socio fondatore di Zalab.Ha diretto numerosi documentari: Marghera Canale Nord (2003, 60° Mostra Internazionale d'arte Cinematografica, menzione speciale al RomaDocFestival); Dio era un musicista (2004, 62° Mostra Internazionale d'arte Cinematografica); PIP49 (2006, episodio per Checosamanca, Eskimosa Grupo Feltrinelli e Rai Cinema); A sud di Lampedusa (2006, premio MedFest al 10° MediterraneoVideoFestival; finalista al 13° Premio Ilaria Alpi). Con Jolefilm ha realizzato La mal'ombra (2007, 25° Torino Film Festival, 26° Uruguay Film Festival). Tra i suoi lavori: Come un uomo sulla terra (2008), già vincitore di numerosi premi (2° SalinaDocFest; menzione speciale al premio Vittorio de Seta e Gran Prix TeleFrance CMCA), presentato a molti festival in Italia e all'estero (Milano Film Festival, Visioni Italiane, Bologna, CinemAfrica, Stoccolma, Sao Paolo Film Festival) e candidato al David di Donatello, per la sezione Documentari; Magari le cosa cambiano (2009) premio "Avanti!" al 27 Torino Film Festival; Il Sangue Verde (2010), premio CinemaDoc alle Giornate degli Autori - 67 Mostra del Cinema di Venezia.

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