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Un romano su due è vittima di discriminazione, un progetto di sensibilizzazione contro l'odio

Sono due azioni concrete sul territorio italiano: la campagna di sensibilizzazione ACE-Formula Anti-Odio e il progetto di riqualificazione “Scendiamo in piazza”, per ripulire le città dall’odio e favorire la socialità e la condivisione degli spazi comuni. Il 30 settembre a Roma al Parco Don Giacomo

printDi :: 28 settembre 2023 14:58
Parco Don Giacomo Albierone

Parco Don Giacomo Albierone

(AGR) La discriminazione è un fenomeno ancora troppo frequente in Italia e anche i dati relativi a Roma lo confermano. Nella Capitale, infatti, il 50% ha dichiarato di aver subito un atto di discriminazione e l’80% ha assistito ad almeno un episodio, di cui bullismo (40%), body shaming (32%), etnia (30%) e orientamento sessuale (29%) rappresentano le forme discriminatorie maggiormente emerse. A fronte di un episodio di discriminazione, quasi il 60% degli intervistati ha reagito, di questi il 33% prendendo le difese della persona in difficoltà. Rabbia (64%), disgusto (52%), tristezza (49%) le emozioni maggiormente provate dalla maggioranza degli intervistati nella città di Roma.

È quanto emerge da una ricerca commissionata da ACE, leader nei detergenti per la casa e i tessuti e marchio di Fater e impegnata nella diffusione di una cultura del pulito dentro e fuori casa, che ha indagato il vissuto e il percepito della discriminazione in Italia. A fronte dei risultati dell’indagine il brand ha deciso di scendere in campo contro lo sporco più ostile al mondo: l’odio. E lo fa con due azioni concrete: “Formula Anti-odio”, un progetto su scala nazionale con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tante forme di odio che colpiscono le persone anche attraverso le scritte offensive e “Scendiamo in piazza”, una iniziativa che ha visto coinvolte le scuole di 4 città italiane – Roma, Milano, Pescara, Palermo - con l’obiettivo di riqualificare i luoghi scelti dagli studenti per restituirli alla città ripuliti, rigenerati e predisposti all’aggregazione sociale.

 
Le due iniziative partiranno da Roma il 30 settembre con la realizzazione del progetto vincitore ad opera degli alunni della Scuola Primaria Alessandro Malaspina. Il luogo scelto dai bambini come spazio da riqualificare è il Parco Don Giacomo Alberione, dove lo spazio sarà ripulito per una migliore fruizione da parte di tutta la cittadinanza. “La nostra scuola è da sempre molto attenta alla valorizzazione e cura del territorio – ha commentato Valentina Cardella, Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo via Salvatore Pincherle 140. Il progetto proposto da ACE permette di far maturare nei bambini il senso di appartenenza a una collettività, di sperimentare la cooperazione, la collaborazione e il rispetto per l'ambiente favorendo così in loro, cittadini del futuro, lo sviluppo del senso civico e del concetto di comunità”.

Al progetto di riqualificazione del parco si unisce quello contro l’odio che prevederà un laboratorio sul linguaggio inclusivo e la rimozione di tutti riferimenti all’odio presenti nel parco grazie a uno speciale prodotto ACE rimuovi-graffiti e insulti non in vendita.

Per la realizzazione dei due progetti ACE ha scelto di unirsi a Retake, associazione di volontariato specializzata nella riqualificazione urbana e Diversity Lab, organizzazione impegnata a promuovere la cultura dell’inclusione e il valore dalla diversità, nei media, nelle aziende e nella società civile, per promuovere una nuova cultura del pulito volta a sostenere la lotta contro l’odio e la cura degli spazi comuni.

“Siamo partiti dal nostro Purpose, dallo scopo che ci siamo dati come brand ACE che è quello di dare un contributo positivo nelle comunità in cui operiamo, partendo da quello che facciamo meglio che è pulire. Noi lo chiamiamo “il pulito che unisce”. Perché come dimostra la nostra ricerca, c’è molto da fare per prenderci cura della nostra casa comune, il nostro Paese, facendo pulizia delle tante discriminazioni che ancora ci affliggono. Voglio ringraziare i nostri partner, Retake, Diversity Lab e DLVBBDO che ci hanno guidato nel costruire un’iniziativa che spero chiami ognuno di noi a fare qualcosa di concreto per rimuovere lo sporco più ostinato che è quell’odio e quella paura per il diverso che vogliamo far scomparire dai muri e dalle piazze delle nostre città” ha commentato Antonio Fazzari, General Manager di Fater.

“Con "Scendiamo in Piazza" abbiamo voluto dare spazio ai più giovani – afferma Francesca Elisa Leonelli Presidente di Retake. Costruire e trasformare con loro, spazi quotidiani in luoghi più fruibili, di gioco, più sicuri e costruttivi. Saranno proprio i ragazzi i protagonisti del cambiamento, che in prima persona potranno dare forma alle loro idee e fare esperienza di quanto possano realizzare con gesti semplici e in compagnia. Vedere la città dal loro punto di vista ha sempre molto da insegnare a tutti, dentro e fuori la scuola, e con il progetto non vediamo l'ora di vederlo in concreto!”La tappa di Roma del progetto è patrocinata dal Municipio Roma VIII.

Evento aperto al pubblico: 30 settembre, dalle 9.30 alle 12.30 all’interno del Parco Don Giacomo Alberione, in viale Giustiniano Imperatore 140.

Le due iniziative nel dettaglio:

“Scendiamo in Piazza”: un progetto di riqualificazione urbana promosso da ACE insieme all’associazione Retake e realizzato in collaborazione con l’agenzia educativa La Fabbrica, dedicato a bambine e bambini, ragazze e ragazzi per aiutarli a sviluppare competenze di cittadinanza attiva e diventare protagonisti attivi della cura del proprio territorio.

“ACE Formula Anti-Odio” campagna di comunicazione che racconta episodi reali di discriminazione vissuti da 4 ragazzi in tema di omofobia, body shaming e grassofobia, razzismo e antisemitismo, realizzata con la consulenza di Diversity Lab e da un’idea creativa di DLVBBDO. Sono le storie di Carlo Maria che ha ricevuto insulti omofobi per aver ballato con il suo compagno durante una festa del liceo, di Elisa che fin dall’età di 12 anni temeva l’estate a causa delle discriminazioni subite per il suo aspetto fisico, di Mark che a 15 anni al parco con gli amici si è visto additare e chiamare “sporco ebreo” da ragazzi più grandi e di Osayi nata e cresciuta in Italia che, per il colore della sua pelle, convive ogni giorno con gli sguardi di chi la giudica e non la considera un’italiana.

foto da comunicato stampa

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