Roma, non tutte le multe sono giuste....la storia di Gianluca
Secondo Codici: il lavoro svolto dai vigili urbani nel contrasto alla diffusione del covid-19 è encomiabile, ma purtroppo vengono segnalati anche abusi. Per questo abbiamo voluto raccontare la storia di Gianluca, fermato dalla polizia locale dopo aver acquista
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(AGR) La storia di Gianluca inizia riprendendo quanto l’associazione Codici oggi ha comunicato tornando sulla campagna lanciata per offrire assistenza legale a chi viene sanzionato in seguito ad un controllo durante uno spostamento. L’iniziativa promossa ha suscitato scalpore, soprattutto per la denuncia di abusi da parte degli organi di controllo.“La nostra – ha precisato il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – non voleva essere un’accusa indiscriminata, soprattutto nei confronti di una categoria così meritevole come quella dei vigili urbani. Anzi apprezziamo e riconosciamo lo sforzo che quotidianamente la Polizia Locale fa per la comunità. Al tempo stesso, però, non possiamo ignorare le segnalazioni che riceviamo dai cittadini. Con il nostro intervento, abbiamo voluto dare voce a chi ha subito un abuso. Purtroppo ci sono alcune mele marce tra chi è deputato a svolgere i controlli sugli spostamenti. Utilizzano indiscriminatamente ed in maniera negativa il loro potere, oggi eccezionalmente concesso, alimentando un sentimento negativo del cittadino. Non ci riferiamo naturalmente ai furbetti, che purtroppo non mancano nemmeno in questo periodo, ma ai cittadini onesti, che vogliamo tutelare affinché vengano riconosciuti i loro diritti”. I cittadini che sono stati fermati durante uno spostamento ed hanno subito una sanzione che ritengono ingiusta possono richiedere l’assistenza legale di Codici scrivendo a segreteria.sportello@codici.org. Facendo seguito a quanto rappresentato da Codici, infatti, abbiamo ricevuto e riteniamo sia giusto far conoscere, la storia di Gianluca M. multato per essersi allontanato “troppo” da casa durante il lock down per approvvigionarsi di scorte alimentari con determinate caratteristiche che solo in un negozio distante da casa avrebbe potuto trovare.
Una scelta di generi alimentari determinata da problemi di salute attestati da certificato medico. Giustificazioni forse non corrette ma reali a testimonianza delle sue condizioni di salute e della necessità di determinate precauzioni per evitare ogni possibilità di contagio. E’ una storia senza il lieto fine, ma dopo che abbiamo letto di quanto accaduto a Sora, dove una famiglia, con un figlio disabile e tante difficoltà anche per acquistare cibo e farmaci aveva preso una multa per violazione del Dpcm che vieta gli spostamenti fuori del proprio centro. Il questore di Frosinone venuto a conoscenza, tramite i social, di quanto accaduto ha annullato il verbale, precisando che tale famiglia "più di altri sta subendo le conseguenze dell'attuale fase anche a causa dello stato di disabilità del figlio" (quotidiano Repubblica). L’episodio ha messo in evidenza, appunto, come sia necessaria una specifica sulle “giustificazioni” che possono consentire l’allontanamento da casa. Tutto è accaduto lo scorso 11 aprile
Per me non è possibile, mio malgrado….. uscire di casa ed andare nel primo negozio di alimentari che capita. Sono infatti intollerante al glutine, ma soprattutto ho dei problemi importanti di salute da sempre, (ho 48 anni) che mi impongono di mangiare in un modo che le assicuro rende la vita non semplice. Ad esempio, devo essere certo che i prodotti non siano contaminati da pesticidi (neppure nella misura consentita per i prodotti convenzionali, cioè non biologici), e l'unico modo per abbattere questo rischio è quello di acquistare direttamente da aziende agricole biologiche o biodinamiche che conosco personalmente da anni. Anche in tempi normali, faccio spese molto ampie per ottimizzare i tempi e gli spostamenti non brevi che sono imposti dalle necessità che ho appena esposto…. Ed a maggior ragione in questo periodo, sia per abbassare il rischio di essere contagiato (per chi ha patologie pregresse come me, la malattia ha esito più gravi) e sia per senso civico nel rispetto più assoluto del dramma in cui siamo piombati, contingentando al massimo possibile le occasioni per la spesa.
Sabato 11 aprile dovevo andare al mercato Esquilino vicino piazza Vittorio, a ritirare della frutta da un fruttivendolo di fiducia che me l'aveva messa da parte giorni addietro, e che mi avrebbe inoltre fatto evitare la fila chilometrica che un mercato importante come l'Equilino genera, abbassando il mio rischio di essere contagiato, che come già scritto può generare un aumento delle complicanze o dei decessi. Fatto l'acquisto, la mia auto viene fermata durante il ritorno, da una pattuglia dei vigili urbani. I quali controllati i documenti mi dicono che stavo violando il dpcm del presidente Conte e varie ordinanze, anche della regione. Io rispondo che avendole lette (so che sembra eccessivo ma le avevo realmente consultate tutte per quanto riguarda l'aspetto degli spostamenti e parliamo di qualcosa come 50 tra ordinanze, circolari, decreti, e dpcm,) non rinvenivo nessuna violazione e contestualmente consegnavo l'autocertificazione che avevo predisposto e che conteneva tra l'altro punto di partenza e punto di arrivo esatto del mio spostamento. La discussione va avanti ed i vigili continuano a sostenere che io sia obbligato a fare la spesa sotto casa. A nulla vale la mia richiesta di indicarmi i riferimenti legislativi del decreto o dell'ordinanza o di qualsiasi fonte legislativa, come a nulla serve la mia richiesta ai vigili di leggere il decreto e le ordinanze che avevo opportunamente salvato nel mio telefonino, o di consultare le attestazioni mediche; si rifiutano di leggere….
Arrivati a questo punto morto le due vigilesse con cui avevo avuto questo primo non breve approccio, chiamano il loro superiore che mi ribadisce che stavo violando la norma e che, solo per pura cortesia mi avrebbe lasciato andare per benevolenza, ma solo per questa volta, e che se ci fosse stata una prossima volta mi avrebbero fatto il verbale. Siccome questo atteggiamento di rendere arbitrario chi deve essere sanzionato e chi no, per me è un fatto molto grave (o si sta violando una norma oppure non lo si sta facendo….), ho chiesto al dirigente di darmi ulteriori spiegazioni; soprattutto alla luce del fatto che ero costretto come avevo già detto a fare la spesa spostandomi (seppur all'interno dello stesso comune).
Ho nuovamente ribadito di doverlo fare per motivi di salute, ma l'esito non è cambiato ed ho ricevuto oltre 500 euro di verbale. Quanto è successo è stato il frutto di un atteggiamento totalmente arbitrario da stato di polizia, da sceriffi. Questo era "accettabile" nel ventennio, oggi no. La situazione del nostro paese è grave, ma questo non è tollerabile neppure in una situazione del genere. La sensazione che ho avuto è stata terribile, parlavo con degli irragionevoli che avevano perduto il senso della misura, ma soprattutto della giustizia. Avevo sentito parlare di vari episodi di questo genere, e ci sono caduto anche io.Vi dico onestamente che bisogna fare qualcosa. Se i cittadini vengono trattati in questo modo a perderci sarà l'intera collettività. Non bisogna sottovalutare fatti di questo tipo, che possono sembrare meno gravi di quanto in realtà siano. E' un po’ come quando compare una svastica sotto la casa di uno scampato alla shoah sia un fatto goliardico. No non lo è affatto, è un fatto gravissimo, sono “semi” che vanno subito distrutti. Perdonate l'accostamento forse eccessivo, ma era solo per rendere l'idea che le cose vanno prese per tempo e con la dovuta attenzione.
Adesso mi trovo nella condizione di aver paura di prendere un verbale da 500 euro ulteriore, ogni volta che andrò a fare la spesa, è assurdo. Lo stesso rischio lo corrono anche altre persone, magari ancora più in difficoltà di me, pensi agli anziani ad esempio. Quanto ho scritto, anche se non posso chiarirlo in questa sede, mi è possibile provarlo al di la di ogni dubbio”.