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Roma, detenuto in semilibertà non fa rientro in carcere....fermato due mesi dopo mentre stava rubando un'auto

Il 53enne è stato arrestato in flagranza di reato per i reati di furto aggravato, evasione e possesso di documento falso ed è stato associato in carcere perché la Procura aveva emesso un ordine di esecuzione per il quale l’uomo doveva finire di scontare la pena residua di 5 anni e 10 mesi.

printDi :: 27 giugno 2023 10:03
Roma, detenuto in semilibertà non fa rientro in carcere....fermato due mesi dopo mentre stava rubando un'auto

(AGR)  Evasione, furto aggravato e possesso di documento falso; 3 reati contestati simultaneamente ad un 53enne sorpreso da una pattuglia della Polizia di Stato all’interno di un’auto che avrebbe tentato di rubare.

La chiamata all’ 112 è arrivata dopo l’una di notte: un cittadino, accortosi di un uomo che stava cercando di aprire la sua auto,  è corso in strada trovandolo già all’interno della macchina intento ad armeggiare con alcuni fili elettrici. L’autoradio del commissariato Tuscolano è giunta prontamente insieme alla vittima ed ha fermato il sospetto al quale sono stati anche sequestrati un cacciavite ed una tronchesina.

 
Quando i poliziotti hanno chiesto un documento al presunto autore del tentato furto lo stesso ha fornito una carta di identità. Già dai primi riscontri gli agenti hanno dubitato delle generalità riportate sul documento e, anche per questo, lo hanno condotto presso gli uffici della Polizia Scientifica. L’intuizione si è rivelata esatta: la carta di identità era falsa e le generalità in essa contenute inventate. L’uomo, in realtà, era ricercato dallo scorso aprile perché, detenuto in regime di semilibertà, non aveva fatto ritorno nel carcere piemontese dove doveva trascorrere le ore notturne.

Al termine degli accertamenti il 53enne è stato arrestato in flagranza di reato per i reati di furto aggravato, evasione e possesso di documento falso ed è stato comunque associato in carcere perché la stessa Procura, dopo i fatti dell’aprile scorso, aveva emesso un ordine di esecuzione per il quale l’uomo doveva essere condotto in un istituto di detenzione per finire di scontare la pena residua di 5 anni e 10 mesi.

L’arresto in flagranza di reato è stato poi convalidato dal Tribunale su richiesta della Procura di Roma.

Ad ogni modo l’indagato è da ritenere presunto innocente, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

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