Ostia, chiesto ai balneari il saldo dei canoni demaniali
Il Demanio ha inviato una nota al Campidoglio chiedendo di inviare le richieste di saldo dei canoni dovuti e contestati dai balneari. La sanatoria prevedrebbe la corresponsione del 30/40% di quanto dovuto da corrispondere entro il 15 dicembre.


(AGR) L’arrivo dell’inverno non calma le acque sul fronte sempre caldo del rinnovo delle concessioni balneari. In questi giorni, infatti, sono iniziate ad arrivare le richieste di pagamento in sanatoria relative ai canoni non corrisposti per il contenzioso con il Demanio sulle aree commerciali. Per gli stabilimenti di Ostia la “mazzata” si aggira attorno al 30% dei canoni dovuti. Le richieste sono state trasmesse dagli Uffici che hanno eseguito i conteggi per la determinazione degli importi. “La richiesta arriva dal demanio – si affretta a spiegare Paolo Ferrara – ed è un provvedimento che riguarda tutte le spiagge italiane. Ci siamo adeguati a quanto ci hanno detto di fare. Di sicuro, però, la questione canoni dovrà essere rivista”. I balneari, in realtà, avevano chiesto una riduzione del canone per i problemi connessi alla Pandemia.
La stagione balneare 2020, ad esempio, sostengono i balneari, è stata più breve del solito (è iniziata a giugno) ed è stata caratterizzata da un calo di presenze a causa delle misure di contenimento del Covid-19, ma l’Agenzia del demanio ha rimandato al mittente la richiesta di riduzione dei canoni sulle concessioni demaniali marittime.
Anzi, si ipotizza un aumento dei canoni per la prossima stagione. I rincari non riguarderebbero solo i grandi stabilimenti. Le concessioni demaniali marittime, infatti, come previsto dal decreto legge del 14 agosto, convertito in legge n.126 del 13 ottobre 2020, dovranno pagare un canone minimo da 2500 euro a partire dal 2021. Un provvedimento che dovrebbe riguardare soprattutto i chioschi ed i piccoli stabilimenti che sono stati calcolati in circa 21 mila. L’aumento porterebbe un maggio gettito nelle casse dell’erario di quasi 40 milioni di euro.
In realtà, dunque, l’importo del canone richiesto a saldo in questi giorni riguarderebbe solo il pregresso e sarebbe legato all'annosa questione del contenzioso sui pertinenziali, una “sanatoria” del pregresso da corrispondere entro il 15 dicembre, mentre per il prossimo anno si dovrebbe tornare al più facile calcolo del canone con il definitivo ritorno dal prossimo anno ai valori 'tabellari', previsti: per le opere di difficile rimozione, per le opere di facile rimozione, per le aree scoperte, sistema di calcolo più vicino alla realtà di quelli dell’Omi (l'Osservatorio immobiliare dell'Agenzia delle Entrate) che aveva provocato il contenzioso.