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Ospedale Pertini, arrestata una donna di 42anni per aver aggredito due sanitari del Pronto Soccorso

Una donna di 42anni voleva essere ricoverata ma i sanitari non l'avrebbero ritenuto necessario, alla notizia la donna andata in escandescenza li avrebbe aggediti. Giuliano ( UGL ): Calci e pugni a operatori sanitari all'Ospedale Pertini, pronto soccorso come far west, intervenire urgentemente

printDi :: 04 gennaio 2025 16:08
Ospedale Pronto Soccorso foto pixabay

Ospedale Pronto Soccorso foto pixabay

(AGR) Nuova aggressione ai sanitari di un Pronto Soccorso. E' accaduto stavolta al "Peertini".  A far scattare la rabbia di una donna di 42 anni la decisione di non ricoverarla. La donna che ha aggredito a calci e pugni i sanitari è stata fermata ed arrestata dai Carabinieri intervenuti dopo pochi minuti per interruzione di pubblico servizio e lesioni. "L'escalation di violenza nei confronti del personale sanitario sembra non arrestarsi nel nuovo anno, dove sono già due gli episodi avvenuti nei nosocomi della capitale. All'aggressione di Villa San Pietro sulla Cassia si aggiunge un ulteriore atto vile nei confronti di una infermiera e di una operatrice socio - sanitaria prese a calci e pugni al pronto soccorso dell'Ospedale Pertini" dichiara in una nota il segretario nazionale UGL Salute Gianluca Giuliano esprimendo la massima condanna e solidarietà verso i professionisti coinvolti a cui sono state riscontrate lesioni guaribili in una settimana.

"I pronto soccorso sono oramai come far west - continua il sindacalista - ed è inaccettabile che non si riesca a trovare soluzione definitiva a questa grave problematica, al fine di garantire la massima sicurezza di chi tra mille difficoltà continua ad assistere i nostri cittadini. Bene l'intervento delle forze dell'ordine che grazie all'introduzione del decreto antiviolenza hanno potuto arrestare la donna 42enne andata in escandescenza per la decisione di non ricoverarla. Chiediamo inoltre un intervento urgente della Regione Lazio per valutare l'introduzione di nuove misure, come ad esempio quella del braccialetto anti-aggressioni utilizzato da pochi giorni all'ospedale di Vigevano in Lombardia, agire per tutelare gli operatori sanitari è l'unica strada percorribile per evitare che si arrivi a nuove tragedie" conclude il sindacalista.

 
Quanto sopra, si comunica, nel rispetto dell’ indagato da ritenersi  presunto  innocente, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

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