Molestie sessuali sul bus, dal Campidoglio: rompere il muro di indifferenza
“È innegabile che esista un problema di molestie e violenze nei confronti delle donne sull’autobus o in metropolitana, come evidenziano i dati elaborati nei 1800 questionari somministrati tra aprile e giugno 2021 da Road to 50%. Non servono posti riservati, ma attenzione e collaborazione
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(AGR) Le forme di contrasto e prevenzione delle molestie nell'ambito trasporto pubblico sono state l’argomento centrale della seduta congiunta delle Commissioni Pari Opportunità e Mobilità, a cui è stata invitata l’associazione Road to 50% che un anno fa ha lanciato online un questionario per raccogliere informazioni sulla percezione e sulla dimensione del fenomeno a Roma ed in tutte le maggiori città italiane. Le molestie sessuali alle fermate dei bus o sulle vetture sono oramai all’ordine del giorno e difficilmente vengano denunciate. Secondo l’associazione una soluzione potrebbe esistere ed essere adottata su tutti i servizi pubblici. L’associazioe Road to 50% scrive sulla sua pagina facebook: “Le cose sarebbero andate diversamente se le ragazze avessero potuto azionare il pulsante collegato alla centrale più vicina? E se l'autista fosse stato formato per gestire in maniera appropriata la segnalazione molestia sessuale? Noi crediamo di sì. Le proposte per evitare molestie e violenze sessuali sui mezzi pubblici e sulle fermate esistono e sono applicate in diverse parti d'Europa”.
“È innegabile che esista un problema di molestie e violenze nei confronti delle donne sull’autobus o in metropolitana, come evidenziano i dati elaborati nei 1800 questionari somministrati tra aprile e giugno 2021 da Road to 50%. - affermano Michela Cicculli, consigliera di Sinistra Civica Ecologista e presidente della Commissione Pari Opportunità, e Giovanni Zannola, consigliere del Partito Democratico e presidente della Commissione Mobilità di Roma Capitale. - Gli assessorati e le commissioni interessati sono pronti a lavorare con Atac per contrastare questa forma di sessismo così diffusa, promuovendo un sostanziale cambio culturale. Non servono vagoni riservati, ma un clima di attenzione e collaborazione anche sui mezzi pubblici con campagne e iniziative di sensibilizzazione che spingano non solo a reagire agli abusi rivolgendosi ai centri antiviolenza. Vogliamo rompere il muro dell’indifferenza ancora così presente di fronte a certi comportamenti gravi e inaccettabili. Presto un tavolo di lavoro con tutti i soggetti coinvolti".