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I balneari: il Governo liberalizza le spiagge con un decreto iniquo

print16 gennaio 2012 19:58
(AGR) ??Il Demanio va “regolarizzato e liberalizzato” questa la posizione di Federbalneari Italiain reazione alla stesura del’articolo 26 contenuto nel Decreto Legge sul quale il Governo sta lavorando.Il contenuto dell’articolo, così come scritto, cancella, di fatto, anni di sforzi delle rappresentanze di categoria. Il testo è in totale disallineamento con il percorso intrapreso negli anni scorsi con l’UE, e si pone in aperto contrasto con l’intera normativa di settore ed, in particolare, con l’art. 11 della recente Legge Comunitaria e con i principi sanciti dalle leggi 494/1993, 296/2006 e 25/2010 che pongono in atto l’evidenza pubblica delle concessioni demaniali marittime a partire dal 1 gennaio 2016. Proprio l’art. 1l della legge Comunitaria 2010 approvata lo scorsonovembre rappresenta la strada per il dopo 2015, azione condivisa anche da Oasi Confartigianato e che ha trovato le resistenze di altre associazioni di categoria quali Confcommercio e Confesercenti che tutt’oggi continuano a non comprendere il cambiamento sociale politico ed economico. “Crediamo invece sia opportuno trattare queste tematiche nelle sedi istituzionali con proposte concrete, mal’ondata di liberalizzazione promossa dal Governo non è il linea con la realtà” afferma Renato Papagni- Presidente Federblaneari Italia -Per questo abbiamo accolto con grande disponibilità l’invito del Ministro Gnudi il 23 Febbraio per presentare un documento che possa essere condiviso con le strategie di liberalizzazione.

Nella stesura del’articolo 26 , infatti, la gestione del demanio si identifica attraverso forme di assegnazione strettamente connesse con la sola offerta economica, svincolate da criteri di scelta allineati alle capacità imprenditoriali e senza il riscontro della giusta titolarità aziendale dell’attuale concessionario.

Il citato art. 26 apre inoltre la strada a serie preoccupazioni di infiltrazioni della criminalità organizzata in un settore sicuramente appetibile, consentendo in questo modo, l’occupazione dell’intero territorio delle coste italiane da parte di tali organizzazioni>

“E’ un provvedimento affrettato – spiegano Con l’articolo 11 della legge n. 217 del 15 dicembre 2011 “Legge comunitaria 2010” affermano in una nota congiunta le Associazioni di categoria SIB – Confcommercio, FIBA – Confesercenti, Assobalneari – Confindustria e Balneatori – CNA- è stata resa conforme alla normativa dell’Unione Europea anche quella italiana, in quanto aderisce puntualmente e precisamente alla richiesta della Commissione europea del 5 maggio 2010, tanto che si attende a giorni la definitiva archiviazione della procedura d’infrazione sulle concessioni relativa all’anno 2009. Inoltre questa norma, assegnando 15 mesi di tempo al Governo per adottare un decreto legislativo avente ad oggetto la revisione e il riordino della legislazione relativa alle concessioni demaniali marittime, consente di poter valutare con attenzione e serenità tutte le esigenze in campo e di avviare un confronto con le forze politiche e sociali, secondo criteri e principi atti a coniugare positivamente la normativa europea e la salvaguardia delle ragioni legittime di chi, da anni, investe risorse e professionalità nella gestione delle spiagge, valorizzando l'offerta turistica italiana e favorendo l'occupazione in modo stabile”. Le Associazioni di Categoria SIB, FIBA, ASSOBALNEARI e BALNEATORI chiedono, pertanto, lo stralcio di questa norma ‘pasticciata’ e, se si ritiene il settore balneare meritevole di un intervento normativo, che ciò avvenga come previsto.

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