Fiumicino, ristoratori in piazza, rivedere le regole del coprifuoco
In piazza giovedì 6 aprile ore 20 saranno tutti i ristoratori di Fiumicino e le associazioni: “Lungomare di Fiumicino”, commercianti Torre Clementina e centro storico, “Io apro litorale romano”, commercianti e imprenditori di Fiumicino, l’associazione S.N.O.S.
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(AGR) Giovedì 6 aprile alle ore 20 nella centralissima piazza Grassi a Fiumicino, il comparto della ristorazione manifesterà, nel pieno rispetto delle normative anti-Covid, per chiedere al Governo e alle istituzioni di aprire un tavolo di crisi per il settore e rivedere le regole del “coprifuoco”. Non sarà una protesta isolata, stavolta tutte le associazioni dei ristoratori sono pronte ed hanno dato la loro adesione alla manifestazione. In piazza saranno tutti i ristoratori di Fiumicino e le associazioni “Lungomare di Fiumicino”, l’associazione commercianti Torre Clementina e centro storico, “Io apro litorale romano”, l’associazione commercianti ed imprenditori di Fiumicino, l’associazione S.N.O.S.
“Dopo 15 mesi di apri e chiudi e di cambio colore – spiega Massimiliano Mazzucca dell’associazione lungomare di Fiumicino – siamo stremati e confusi, i nostri clienti sono disorientati, eppoi, non riusciamo a capire perché, in zona “gialla” fino al 14 marzo nei ristoranti si poteva mangiare anche al chiuso ed oggi, invece, un mese dopo, siamo costretti a lavorare solo all’aperto e molti di noi non hanno la possibilità di lavorare. Chiediamo che il Governo riveda questo assurdo provvedimento, sopratutto in vista della stagione estiva, consentendo di poter aprire all’interno al 60% della capienza ed al 40% all’esterno”.
"Nel nostro Comune ci sono circa 650 ristoranti - conclude Calcaterra - a cui vogliamo esprimere la nostra vicinanza. L'amministrazione ha già fatto quanto nelle sue possibilità permettendo l'occupazione di una porzione maggiore di suolo pubblico a tutte le attività che possono farlo. Il settore della ristorazione è determinante non solo per la sopravvivenza delle attività, ma anche per la buona salute dell'intera filiera agroalimentare del territorio che rifornisce la maggior parte di essi".