Cartelloni, troppo grandi a Roma
(AGR) ( AGR ) “Il dimensionamento previsto nel nuovo piano affissioni è decisamente eccessivo, nella Capitale serve un intervento forte per battere l'illegalità dei cartelloni pubblicitari -ha affermato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, intervenendo all'audizione presso la Commissione commercio del Comune di Roma, tenutasi questa mattina-. Il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari prevede di passare da 213.000 metri quadri censiti nella banca dati al giungo 2010, con decine di migliaia di situazioni molto dubbie, a 162.500 metri quadri ad esito, con una densità di esposizione media che passerebbe da 48,5mq/km a 37,3mq/km, valore molto elevato. A Roma non serve un piano qualsiasi o ancora peggio un piano che legalizzi anche solo una parte dello scandalo dei cartelloni. Ci sono poi cose ovvie, che ancora non si riescono a chiudere una volta per tutte, come le collocazioni in deroga al codice della strada, oscene e pericolose fino alla morte come è avvenuto, ma ancora da cancellare."Eccessivo, secondo Legambiente poi, l'indice di affollamento fissato nel territorio non urbanizzato: 24/28/32 mq ogni 100 metri per senso di marcia. In tal senso, Legambiente fa propria la proposta dell'Agenzia Controllo dei Servizi Pubblici Locali per una diminuzione del 50% rispetto al censito, che porterebbe la densità a 24,3mq/km.
Secondo Legambiente, l'attuazione del piano deve poi prevedere l'azzeramento delle concessioni esistenti e quindi nuove concessioni per la realizzazione e/o gestione degli impianti, mediante procedure a evidenza pubblica, utilizzando il PRIP per definire i lotti. Legambiente chiede anche un elenco delle aree e dei beni interdetti alla pubblicità, sul modello del piano appena approvato da Parigi, e allo stesso tempo il coinvolgimento delle imprese vincitrici delle gare nella lotta all'abusivismo, tramite il controllo e l'abbattimento delle pubblicità abusive. Da limitare le dimensioni degli impianti su parete cieca e su tetti o terrazzi, da normare nel PRIP i mezzi collocati su ponteggi e recinzioni di cantiere. Preoccupa anche la ripartizione percentuale degli impianti, destinati in larga parte ai privati (62,4% del totale), mentre solo il 4,8% sarebbero riservati al Comune: su 162.500, ben 96.450 a privati.