Abruzzo uccisa l'orsa Amarena, a rischio i suoi due cuccioli
Luciano Di Tizio, Presidente WWF Italia: “Crimine grave ed ingiustificabile, frutto di una costante campagna d’odio verso la fauna selvatica. Ci costituiremo parte civile. Occorre una risposta forte da parte di tutti”. Appello per un'iniziativa a favore degli orsi e dell'ambiente
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Orsa Amarena con i suoi cuccioli ph credit G. Mancori
(AGR) Un evento che rischia di vanificare gli sforzi per la conservazione dell’orso bruno marsicano, il plantigrado più raro d’Europa.Fa discutere e scatena la rabbia delle associazioni animaliste la notizia dell’uccisione di Amarena, orsa diventata suo malgrado prima star dei social e oggi simbolo della violenza con cui qualcuno si rapporta alla natura, rappresenta un duro colpo per le speranze di sopravvivenza dell’orso in Appennino.
Amarena, una femmina di orso marsicano conosciuta dalle popolazioni locali e dal grande pubblico per le sue visite nei centri abitati in Abruzzo e oggetto di curiosità fin dal 2020 quando più volte fu avvistata con i suoi quattro cuccioli, è stata uccisa questa notte nei pressi di San Benedetto dei Marsi (AQ) da un colpo di arma da fuoco. L’uomo che ha sparato è stato già identificato dalle guardie del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e dai Carabinieri.
È necessario - continua la nota stampa - che le indagini di magistratura e forze dell’ordine accertino rapidamente come si sono svolti i fatti. Il WWF che sta lavorando per la conservazione di questa popolazione unica al mondo, attraverso la campagna Orso 2x50, la sua Oasi delle Gole del Sagittario ad Anversa degli Abruzzi e il Progetto Life Arcprom, intende costituirsi parte civile".
“Questo drammatico atto di bracconaggio è anche conseguenza di un’azione sistematica di disinformazione che riguarda la convivenza tra uomo e grandi carnivori e più in generale tra uomo e natura” ha dichiarato Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Italia che ha aggiunto: "Siamo di fronte ad un’operazione che sta entrando sempre più spesso nell’arena della propaganda politica, con tutte le distorsioni che ne conseguono. E' dunque necessario individuare anche le responsabilità di chi, quotidianamente, in settori del mondo politico, venatorio e agricolo, alimenta irresponsabilmente e strumentalmente sentimenti di paura e giustifica o istiga all’uso del fucile come unica soluzione.
Dobbiamo reagire a tutto questo e lanciamo un appello affinché tutti gli amanti della natura e della convivenza tra attività umane e fauna selvatica si diano appuntamento già la prossima settimana nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per ribadire la necessità di tutelare il nostro straordinario patrimonio di biodiversità”.
È necessaria - conclude la nota del WWF - un’azione forte per rilanciare il messaggio di tutela del nostro territorio e dei suoi abitanti, umani e non, i cui destini sono legati in modo imprescindibile, come ormai ampiamente dimostrato. E questa è una specifica responsabilità non solo delle associazioni ambientaliste ma in primis dello Stato, in tutte le sue articolazioni.