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Vasche di Maccarese, o.k. ad area protetta

print10 dicembre 2015 12:19
(AGR) “Parere favorevole alla bozza di regolamento sul compostaggio e prima stesura della delibera per richiedere il riconoscimento Zps per le vasche di Maccarese”. Lo ha dichiarato il presidente della Commissione Ambiente, Massimiliano Chiodi, sintetizzando i lavori della Commissione stessa, riunitasi la scorsa settimana.

“Abbiamo analizzato la bozza del regolamento sul compostaggio domestico prima ancora che questo fosse discusso in Commissione Statuto e Regolamenti – ha spiegato il presidente – e presto il documento approderà in Aula consiliare. La commissione – ha aggiunto Chiodi - ha inoltre lavorato alla stesura di una bozza di delibera che verrà trasmessa alla Giunta e agli uffici competenti per dare seguito all’ordine del giorno, già approvato dall’Aula, per intraprendere l’iter necessario al fine di ottenere il riconoscimento Zps per le vasche di Maccarese; un iter lungo – ha concluso - ma assolutamente da iniziare e da portare avanti assieme alle associazioni ed organizzazioni che hanno firmato la petizione in difesa della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano”.

Si ricorda che la petizione ha raccolto migliaia di firme ed è stata lanciata da: Comitato FuoriPISTA – FAI Lazio – Italia Nostra Roma - Italia Nostra Lazio – Legambiente Lazio - LIPU – WWF Lazio e con l’adesione di: Associazione L’Albero, Associazione Dolce Spiaggia, Associazione 99 Fontanili, Associazione Terrre, Comitato Rifiuti Zero Fiumicino – Comitato Passoscuro Resiste - Comitato spontaneo di tutela del Villaggio dei Pescatori di Fregene.

Nuova bozza di accordo COP21: passi avanti ma impegni insufficienti

Fairwatch: "nessuna ambizione, nessuna speranza". Cospe: "poche certezze sulla finanza, serve coerenza europea nelle sue politiche"

Stop Water Grabbing "fondamentale la convergenza tra il tema della terra e dell'acqua"


E' oramai pubblica la nuova bozza di accordo finale della Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico in corso a Parigi. Un testo ancora provvisorio, con alcune centinaia di parentesi quadre a dimostrare i temi di disaccordo, ma che rischia se così strutturato di non raggiungere l'obiettivo sostanziale: creare le basi per una strategia efficace di contrasto al cambiamento climatico.

"Ancora nessun accordo certo sulla questione della finanza, elemento sostanziale per i Paesi del Sud del mondo che rischiano di essere lasciati alla deriva davanti agli impatti del cambiamento climatico. Nonostante gli impegni presi a Copenhagen e a Cancun, non si risolve la questione dei fondi "nuovi ed aggiuntivi" rispetto alla mobilizzazione di risorse economiche. Il rischio, come anche nel caso italiano, è che si attinga anche all'aiuto pubblico allo sviluppo". Afferma Giorgio Menchini, responsabile Ambiente e Territorio dell'ONG italiana COSPE, presente a Parigi durante i lavori della COP. "Un testo senza ambizione che rischia di cambiare tutto per non cambiare niente" aggiunge Alberto Zoratti, Presidente di Fairwatch, organizzazione italiana accreditata alla Convenzione quadro sul Clima. "Si conferma sempre più il sistema pledge and review senza alcun meccanismo realmente vincolante per i Paesi membri della Convenzione. Stiamo pagando il prezzo della bassa ambizione dei Governi che preferiscono non mettere in discussione seriamente un modello di sviluppo che sta creando sempre più squilibri a livello ambientale e sociale. L'inadeguatezza degli impegni nazionali nel taglio delle emissioni (INDCs) e la mancanza di meccanismi sanzionatori rischia di trasformare un accordo potenzialmente storico in un esercizio di stile".

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