Malagrotta, fine di una discarica
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Intanto si attendono solo gli atti formali dell'assessorato all'ambiente regionale e, secondo gli ambientalisti, può essere questo l'inizio della fine nel Lazio per l'era degli inceneritori.
" Perché tutto ciò avvenga – afferma Roberto Scacchi, presidente Legambiente - si deve accelerare sulla diffusione del porta a porta dovunque, ampliando in numero dei comuni Ricicloni del Lazio, facendo conoscere e premiando le amministrazioni virtuose. Vanno poi messe in cantiere le progettualità per la riduzione e per il riuso dei rifiuti, con la creazione dei centri del riuso dove intercettare materie, prima che diventino rifiuti, fabbriche di materiali capaci di tramutare i rifiuti stessi in risorsa. Poi chi governerà la capitale avrà un ruolo decisivo nella diffusione delle modalità sane di conferimento dei rifiuti ma anche nell'individuazione e la creazione dell'impiantistica necessaria allo smaltimento, a partire da nuovi impianti per il trattamento della frazione organica".
“Lo stop al gassificatore – ha detto il presidente delal Commissiione ambiente regionale Cristina Avenali - è il risultato dell’ottimo lavoro fatto dalla Regione Lazio, che ha investito in questi primi tre anni di governo 150 milioni di euro sulla raccolta differenziata, insieme a quanto fatto dal Comune di Roma, e ha portato all’incremento della percentuale della raccolta differenziata in tutto il Lazio. Secondo lo studio della Regione relativo all’analisi sull’impiantistica, e la stima dei rifiuti che saranno prodotti nei prossimi dieci anni, l’accensione di un tale impianto non sarà necessaria. La Regione Lazio, adesso,dopo aver approvato le linee guida per la prevenzione e riduzione dei rifiuti, sta lavorando per la loro applicazione, a cominciare dalla creazione del primo centro di riuso, luogo di riciclo per eccellenza che restituisce nuova vita a oggetti che altrimenti verrebbero smaltiti. Serve guardare a questo tipo di economia che porti non solo ad una diminuzione nella produzione dei rifiuti, ma anche alla creazione di nuovi posti di lavoro. In questo senso è stato molto bello l’incontro al quale ho partecipatoal Tecnopolo Tiburtino per la presentazione dell’iniziativa “Reschool” di Legambiente Lazio e Reware, in collaborazione con il municipio IV e il Tecnopolo. Un progetto che trasforma i vecchi computer in una vera e propria risorsa. Si chiede infatti alle aziende di consegnare alla cooperativa Reware e a Legambiente Lazio i dispositivi obsoleti che una volta rigenerati vengono in parte donati alle scuole del territorio. Ottimo esempio di economia circolare a Roma, la strada è tracciata e va diffusa”.