Lipu, stop alle pre-aperture della stagione venatoria
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È la stessa Regione Lazio ad ammettere, con una nota di oggi, che la situazione è drammatica con aumento dei roghi in alcuni luoghi del 600% ed in modo particolare nelle province di Latina e Roma dove l’aumento è stato del 1700%, “un immenso patrimonio naturale orami andato in fumo”, si legge nella nota. http://www.regione. lazio.it/rl_main/?vw= newsDettaglio&id=4082
Anche secondo l’Ispra i dati meteoclimatici indicano che l’anno in corso è stato caratterizzato da una situazione decisamente critica, con temperature massime molto elevate e lunghi periodi di siccità, che ha determinato in tutta Italia una grave stress in molti ecosistemi ed è stata aggravata dall’impressionante numero di incendi.
Ciò comporta, secondo Ispra, “una condizione di rischio per la conservazione della fauna in ampi settori del territorio nazionale, con conseguenze, nel breve e nel medio periodo, sulla dinamica di popolazione di molte specie” (anche a causa del “maggior dispendio energetico per raggiungere le ridotte fonti idriche), sul successo riproduttivo e sull’aumento della mortalità. A questo vanno aggiungersi altri fattori, tra cui l’impoverimento della disponibilità alimentare per la fauna (sia per le specie che si nutrono di bacche, semi e insetti, sia per quelle erbivore) e il rischio di fenomeni di anossia per gli ecosistemi acquatici.
In condizioni normali la preapertura non dovrebbe essere proprio concessa, visto che il Piano faunistico venatorio della Regione Lazio risale circa a 20 anni fa, e non certamente alla Tortora; una specie recentemente classificata come SPEC 1, quindi minacciata a livello globale, per la quale dovrebbe essere previsto il divieto di caccia a prescindere.
Ma la Tortora non è l’unica specie SPEC 1 per la quale la Regione Lazio autorizza la caccia, anche la Pavoncella, il Tordo sassello e il Moriglione sono specie SPEC 1 per le quali è previsto il prelievo venatorio. Oltre a queste, ci sono altre 7 specie in cattivo stato di conservazione per le quali la caccia dovrebbe essere concessa a fronte di specifici piani di conservazione, piani che non esistono. In totale sono 11 le specie in cattivo stato di conservazione oggi cacciate nel Lazio.
A fronte di questa gravissima situazione, l’Assessore Hausmann avrebbe dovuto annullare le preaperture e quantomeno posticipare l’inizio della stagione venatoria. Invece come si legge in una nota dello stesso Assessore, la chiusura anticipata è stata concordata con le sole associazioni venatorie ed agricole; così facendo è andato incontro alle esigenze mondo venatorio e non certo sono state accolte le preoccupazioni del mondo ambientalista, animalista e dell’ISPRA e tantomeno sono state considerate le esigenze collettive, quindi di tutti i cittadini, di tutela e conservazione della fauna.