Legambiente ai sindaci del Lazio: per ripartire necessaria scelta green
Lettera aperta alla Raggi ed ai sindaci della regione: per ripartire c’è bisogno di una svolta, in grado di garantire sicurezza sanitaria, mobilità sostenibile e riduzione dell’inquinamento; sarà fondamentale avere idee chiare e progetti semplici.


(AGR) Si parte dalle 5 misure di Legambiente per ripensare la mobilità post COVID 19: - Sicuri sui mezzi pubblici - Più persone in bici e percorsi ciclabili nuovi - Rafforzare sharing mobility, ZTL e Strisce blu - Aiutare i cittadini a rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile - Smart working e nuovi piani per una distribuzione green delle merci Legambiente scrive ai sindaci, alla Sindaca di Roma e delle città del Lazio, indicando le 5 misure sostenibili e concrete per ripensare la mobilità urbana post COVID-19, per evitare che auto, moto o scooter, siano la soluzione più sicura per proteggersi dal virus e spostarsi. Tutte le misure sono attuabili in pochi mesi, con risorse contenute e alcune già disponibili grazie a provvedimenti già contenuti in Leggi di Stato e Regione.
“A Roma e nelle città del Lazio, servono risposte e soluzioni eccezionali - dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - perché per ripartire c’è bisogno di una svolta green coraggiosa, e in grado di garantire sicurezza sanitaria, mobilità sostenibile e riduzione dell’inquinamento; sarà fondamentale avere idee chiare e progetti semplici quando le città ripartiranno, perché il dopo non sia più come il prima.
Per far ciò è indispensabile un impegno da parte di tutti, cittadini, sindaci, società di trasporto e governo, consapevoli che il Paese oltre ad un decreto Cura Italia, ha bisogno anche di provvedimenti che mettano al centro le città e i comuni perché è da qui che bisogna prima di tutto ripartire”. 1. Sicuri sui mezzi pubblici. Molte persone avranno paura a prendere bus e treni, tram e metro per timore del contagio. Per questo man mano che le città ricominceranno a muoversi, si dovranno programmare con attenzione le corse, garantire le distanze di sicurezza, bisognerà ripensare anche gli orari della città per evitare congestione e traffico nelle ore di punta. Sarà fondamentale un continuo e attento monitoraggio, sia dei mezzi che delle stazioni, dove si dovranno introdurre controlli e tornelli per contingentare gli ingressi oltre a garantire una quotidiana sanificazione. In Spagna il governo ha stabilito l’obbligo di mascherine sui mezzi pubblici e ha garantito la distribuzione di oltre 10 milioni nelle stazioni principali. Per fare tutto questo ci vogliono risorse. In parte il governo ha risposto, ma è evidente che non basta perché le aziende pubbliche hanno bisogno di investimenti e già soffrono per la riduzione di introiti da biglietti dovuta a questi mesi di stop. 2. Più persone in bici e percorsi ciclabili nuovi. La bici è il mezzo che permette il migliore distanziamento: per cui è ora il momento di realizzare percorsi ciclabili temporanei (con segnaletica orizzontale e verticale) lungo gli assi prioritari e le tratte più frequentate, riservando lo spazio per poi dotarli di protezioni e passaggi esclusivi mirando a trasformarli nei mesi successivi in vere ciclabili.
È la soluzione che stanno praticando già diverse città del mondo: da Montpellier con una striscia di vernice e cordoli di protezione con conetti provvisori, a Berlino allargando le piste ciclabili con nuove strisce laterali. Stesse misure decise a Bogotà, a Vancouver, New York, Boston e Parigi. In Nuova Zelanda il Governo ha deciso di finanziare queste misure da parte dei Comuni. Questi interventi sono a costo quasi zero e le risorse per realizzare vere ciclabili ci sono: nella Legge di Bilancio 2020 sono stati stanziati 150 milioni di Euro per il co-finanziamento di percorsi ciclabili urbani. Cosa aspetta il Ministero delle Infrastrutture a emanare il Decreto che fissa i criteri per l’erogazione dei fondi? Intanto però i Comuni si possono preparare, in modo da avere progetti seri da candidare e un piano da cui “si evinca la volontà di procedere allo sviluppo strategico della rete ciclabile urbana”, come sottolinea la Legge, in modo che nel 2021 possano partire i cantieri.
E che si tratti di reti ciclabili fatte bene, magari copiando il format della Bicipolitana di Pesaro e replicandolo ovunque. E inoltre si deve prevedere la messa in rete dei parchi romani e laziali, per spostamenti giornalieri casa-scuola-lavoro e non solo ludici, attraverso sentieristica e percorsi ciclo pedonali nel verde. 3 Rafforzare la sharing mobility. Le più efficienti alternative all’auto privata in città, per chi non vorrà prendere i mezzi pubblici, dovranno diventare tutti i mezzi in sharing: auto (meglio elettriche), bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini.
I Comuni dovranno stringere accordi con le imprese per avere più mezzi e in più quartieri, a costi molto più contenuti. Serviranno risorse, ma il servizio potrà avere grande successo e in parte ripagarsi. In ogni caso saranno soldi ben spesi quelli per potenziare il servizio (con controllo, sanificazione e ridistribuzione dei mezzi nelle diverse ore e luoghi della città) perché avremo offerto mobilità sostenibile a buon mercato a milioni di cittadini. Insieme a tutto ciò i Comuni dovranno rafforzare le ZTL Zone a Traffico Limitato, ampliandone i perimetri e gli orari di accensione dei varchi, così come la rete di Strisce Blu per i parcheggi. 4 Aiutare i cittadini a rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile. Qui i Sindaci devono farsi sentire, perché le risorse ci sono! Cosa aspetta il Ministero dell'Ambiente a mettere a disposizione i fondi per “Programma Buoni di mobilità” previsti dal decreto Clima approvato a dicembre scorso? Sono previsti 75 milioni per il 2020 e 180 milioni di euro per le annualità successive.
Si tratta di 1.500 euro alle famiglie che rottamano una vecchia auto che non può più circolare (Euro3 o più inquinante) oppure 500 euro per un vecchio ciclomotore, per acquistare abbonamenti, e-bike e sharing mobility. Si potrebbe così subito dimezzare la spesa media per i trasporti per 250 mila famiglie italiane (3.500 euro all'anno secondo l'Istat). 5. Più smart working e distribuzione green delle merci. Ai Sindaci Legambiente chiede di spingere sul lavoro agile per riorganizzare il lavoro dell’amministrazione pubblica e aiutare tutte le attività che scelgono di andare in questa direzione. Serviranno risorse, ma soprattutto idee nuove e andrà coinvolto il Governo, ma esistono tutte le possibilità per premiare con vantaggi fiscali sia le aziende che i lavoratori che decideranno di puntare su soluzioni innovative di smart working e mobility management di comunità.
Ad esempio i vantaggi fiscali di cui oggi beneficiano le auto aziendali possono essere estesi anche a mezzi e investimenti organizzativi per il lavoro a distanza, ai mezzi pubblici, alla condivisione e alla mobilità elettrica o muscolare in tutte le sue forme. I Sindaci poi possono e devono costruire piani ambientalmente sostenibile per la distribuzione green delle merci, a partire dal centro città, che deve essere legato a una rete di vetture ecologiche e realizzato in orari di basso impatto per la cittadinanza.