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La Cultura dei Controlli Ambientali

print13 maggio 2006 18:47
La Cultura dei Controlli Ambientali
(AGR) “La cultura dei controlli è cresciuta”. Questa la frase con cui Beppe Rovera del TG3 ha introdotto la presentazione del libro, redatto a cura dell’APAT, “Le Conferenze Nazionali delle Agenzie Ambientali: un viaggio lungo dieci anni”, tenutasi nell’ambito del Forum PA 2006 lo scorso 11 maggio.

Cosa si intende per controllo? Per il prof. Paolo Dell’Anno, Docente di Diritto ambientale all’Università dell’Aquila, secondo la dottrina giuridica, esso è una verifica di conformità di un dato oggetto rispetto ad un paradigma ben determinato. “Il controllo può avere duplice finalità”, ha proseguito Dell’Anno, “una conoscitiva e un’altra per così dire venatoria, vale a dire si effettua un controllo come per catturare una preda: ma quest’ultimo non garantisce l’imparzialità del dato che ne scaturisce”.

Si riconferma, dunque, l’importanza di strutture, quali l’APAT, le Agenzie Regionali (ARPA) e Provinciali (APPA) di protezione dell’ambiente, che hanno, nel corso degli anni e con il loro consolidarsi in Sistema, colmato quel vuoto che nel nostro Paese era rappresentato dal non avere Autorità di competenza sia amministrativa che tecnica nel gestire problematiche ambientali.

“Si è fatto un pezzo di strada importante nelle attività di controllo ambientale”, ha affermato Enrico Fontana, Presidente de La Nuova Ecologia; ma ci sono ancora grandi difficoltà da superare. C’è spazio, nell’amministrare l’ambiente, per attori di supporto tecnico-scientifico che sappiano creare le condizioni perché ci sia una effettiva penetrazione di alcuni modelli sostenibili? Se lo è chiesto il prof. Marco Frey, docente di Economia e Gestione Ambientale alla Scuola Superiore Sant’Anna: “si avverte la forte esigenza di continuare quel percorso intrapreso dalle Agenzie per l’ambiente che ora sono Sistema, capaci di essere un soggetto di riferimento ma anche di garanzia per le imprese”.

“Il controllo è un potere generico”: l’Avvocato dello Stato Giuseppe Fiengo ha un po’ smorzato i toni con cui si è parlato di controllo e vigilanza. Organi come l’APAT offrono alle Amministrazioni strumenti per operare, forniscono dati condivisi e valicati - in mancanza dei quali non si fanno passi avanti per tutelare l’ambiente che ci circonda - e stanno ricostruendo ciò che, a partire dagli anni ’70, nel nostro Paese era andato distrutto: le competenze tecnico-scientifiche, di cui c’è estremo bisogno.

“Occorre superare la vecchia impostazione del controllo puntuale sul singolo elemento, per giungere a quello che deve essere di prevenzione ed integrato”: queste le parole di Giancarlo Coccia, Responsabile Ambiente di Confindustria. Anche nella politica dei controlli, ha detto, l’attenzione all’ambiente deve diventare un elemento sostanziale.

C.P.

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