Incendio Mecoris Frosinone, brucia la plastica
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“L’incendio nell’impianto industriale è l’ennesimo episodio di eventi che rappresentano chiaramente quanto sia necessario un nuovo circuito industriale virtuoso per l’economia circolare - commentano Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio e Stefano Ceccarelli presidente del circolo Legambiente Il Cigno di Frosinone -. C’è bisogno di una drastica riduzione della plastica, di impianti che la trattino nella maniera più adeguata e in sicurezza, di spingere il mercato delle materie prime seconde a partire dalla carta, implementare e rafforzare gli acquisti verdi da parte delle amministrazioni pubbliche, ma anche di biodigestori anaerobici completamente assenti e quantomai indispensabili per la gestione dell’umido. Se in questo impianto si trattavano più rifiuti del consentito e in maniera illecità, saranno le autorità a stabilirlo e a loro tutto il nostro sostegno, le conseguenze ambientali di questo e di tutti gli altri incendi di impianti, ricadono sulla salute collettiva. Ringraziamo Arpa per la puntualità e velocità nella pubblicazione dei dati e non riteniamo giusto creare allarmismi su questa vicenda come accaduto nelle ultime ore con dati alternativi, proprio lì peraltro, dove ci si dovrebbe preoccupare della qualità dell’aria tutti i giorni, visto che è tra le peggiori d’Italia e dove niente è stato fatto in questi anni per affrontare il tema in maniera seria da parte dell’amministrazione comunale di Frosinone”.
Legambiente ricorda infatti che da inizio anno sono ben 44 i giorni di superamento dei valori consentiti di pm10 (50 microgrammi per metro cubo di aria in media sulle 24h) su un massimo consentito di 35 giorni, e nel 2018 sono stati complessivamente 82 giorni che fanno della centralina di Frosinone Scalo quella con valori peggiori in assoluto in tutto il Lazio. Anche le centraline di Ceccano e Cassino hanno sorpassato da tempo il numero di giorni di sforamento consentiti per il 2019, con 51 giorni di mal’aria a Ceccano e 38 a Cassino.