Chi ha paura.... del lupo cattivo?
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Ultimamente, infatti, in varie regioni d'Italia è riesplosa la psicosi del "lupo cattivo", e si è scatenata la caccia spietata a questo predatore, con episodi indegni di un Paese civile, e numerosi lupi massacrati, avvelenati, impallinati, decapitati e impiccati esposti al pubblico ludibrio. Uno scempio inutile, che ha suscitato unanime indignazione e condanna anche a livello internazionale, portando ancora una volta alla ribalta l'Italia, già colpevole di numerose infrazioni alle norme europee di tutela della fauna. Secondo l'Unione Europea questi crimini "rappresentano una minaccia per la salute dell'ambiente naturale" e compromettono gli obiettivi delle direttive per l'habitat e la biodiversità, perché, come è ben noto, "il lupo è specie a protezione rigorosa".
Unica conseguenza certa di questa barbara "mattanza", che ha massacrato almeno 80 individui, è stata la disastrosa perdita di prestigio e di "immagine attrattiva" per territori che, come la Maremma, dovrebbero puntare soprattutto su ecoturismo e agriturismo come risorse promettenti per la futura ripresa e per il lavoro dei giovani. Una strage oltretutto radicalmente sbagliata, perché i controlli effettuati hanno poi accertato che la maggior parte degli attacchi alle greggi di pecore era stata causata non da veri branchi di lupi appenninici, ma da ben altri predatori, vale a dire da cani randagi, vaganti e inselvatichiti, o talvolta loro ibridi.
La protesta degli allevatori, tanto incivile quanto sbagliata nei metodi, nasceva tuttavia dai ripetuti danni effettivamente subiti dal bestiame domestico, e dalla scarsa attenzione prestata da parte delle istituzioni e dalla politica alla zootecnia e alla pastorizia. Ma perché mai veniva espressa in modo tanto autolesionista? La risposta è molto semplice: alle radici dello storico errore, come spesso accade, non c'è soltanto incultura, prevenzione e avversione violenta alla natura, ma anche la consueta cancellazione della "memoria storica".
Se si fosse rievocata la storia del salvataggio del lupo in Italia, durante l'ultimo mezzo secolo, ricordando le strategie vincenti del Parco Nazionale d'Abruzzo e del Gruppo Lupo - come la celebre Operazione San Francesco e il non meno fondamentale Progetto Arma Bianca - molti degli attuali deprecabili errori non sarebbero stati commessi, e la soluzione del problema sarebbe stata trovata facilmente. Come suggerisce la più avanzata strategia eco-geo-politica, con il metodo "cooperation, not confrontation". Non attraverso il conflitto, ma grazie alla seria e proficua collaborazione tra tutte le parti interessate.
Proprio per illustrare queste strategie e documentare le migliori soluzioni possibili per la coesistenza della vita selvatica con le attività antropiche - una parte essenziale della convivenza tra uomo e natura - viene organizzato, in collaborazione con il Gruppo Lupo Italia e il Centro Studi Ecologici Appenninici, un Incontro Naturalistico con Proiezioni e Dibattito presso il Centro Habitat Mediterraneo Lipu di Ostia (parcheggio Porto Turistico di Roma, ingresso da Via dell'Idroscalo), Sabato 17 Maggio 2014, dalle ore 16 in poi, con intervento di vari Esperti, e con ingresso libero e gratuito.