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Il Comparto Turistico Balneare Nazionale è in crisi?

print27 marzo 2013 13:14
(AGR) Il mercato del Turismo sviluppa in Italia circa 375 milioni di notti. Di queste, circa il 55% è generato dal mare e dalle città d’arte, e circa il 44% (165 milioni di notti) è prodotto dai turisti internazionali.Purtroppo nel 2012 gli operatori balneari hanno avvertito mediamente un pesante calo sia nel numero delle presenze che nei consumi, assestabile su un -25/30%, pur con tutte le eccezioni del caso, (registrabili in aree quali il Friuli, il Veneto, la Puglia). Un risultato, nel complesso, piuttosto insoddisfacente, che certamente non dà merito ad un comparto, quello del “mare” che ad oggi ha un peso pari al 38,4% del turismo nazionale totale, 47,6% per il turismo degli italiani, 27,6% dei turisti stranieri (dati dell’Osservatorio Nazionale del Turismo)>

Analizzando il posizionamento internazionale del prodotto “mare” , infatti, l’Italia conferma la forte crisi, per la scarsa attrattività che questo nutre verso il turismo internazionale. La ragione principale è la presenza di un’offerta alternativa estremamente aggressiva, più moderna e meno costosa in diverse zone del bacino del Mediterraneo (Spagna e poi, ma con trend crescenti, altri Paesi come Turchia e Croazia). Nel periodo 2000-2010 il numero di viaggiatori nei Paesi del Bacino Mediterraneo è cresciuto a un tasso molto sostenuto (8,2%), mentre in Italia il prodotto mare ha addirittura registrato una flessione.

Non si può, a fronte di questo risultato così negativo, non interrogarsi sulle cause che hanno prodotto tali effetti. Certamente la crisi economica congiunturale, che continua ad indirizzare la spesa verso il risparmio; ma alla crisi sta contribuendo ancor di più l’annosa fase di incertezza normativa che ha destabilizzato l’intero comparto turistico balneare, causato dall’interpretazione, da parte del nostro Governo, della Direttiva Bolkestein che, fissa per il 2015 la messa a bando delle concessioni demaniali (prorogata al 2020 con il Decreto Crescita, convertito in Legge 17 dicembre 2012, n°221), paralizzando ogni iniziativa di investimento e bloccando sul nascere progetti di sviluppo turistico balneare. La trattativa con il Governo per l’interpretazione della Direttivia Bolkestein resta ancora aperta. La conversione in legge del Decreto Crescita, avvenuta lo scorso 13 Dicembre dopo il voto di fiducia del Governo è stata accolta dagli imprenditori balenearicon cauta soddisfazione; il pensiero comune si basa sull’impossibilità di rinviare l’offerta turistica con un piano di 5 anni e sul disagio, prorogato ancora di altri 8 anni (fino al 2020), causato da questo stato diinstabilità legislativa.

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