Fiavet Lazio, il MIBACT guarda solo alla cultura e allo spettacolo
Dura presa di posizione di Ernesto Mazzi, presidente della Fiavet: il ministro Franceschini si è dimenticato del settore turistico il più danneggato dall'attuale fase emergenziale. Per aiutare le aziende, basterebbe restituire quanto anticipato dagli operatori
Fiavet Lazio, il MIBACT guarda solo alla cultura e allo spettacolo
(AGR) “Una cosa è certa: superato questo momento (se mai si riuscirà), il primo obiettivo di tutte le categorie direttamente o indirettamente coinvolte, dovrà essere quello di puntare a cambiare l’attuale paradigma, puntando su una governance unitaria che guardi al ripristino nell’ordinamento statale di un Ministero del Turismo autonomo, con un proprio portafoglio, rappresentativo di tutte le istanze che pervengono da chi questo settore lo vive quotidianamente”. A dichiararlo è il Presidente di Fiavet Lazio, Ernesto Mazzi, dopo aver ascoltato nei giorni scorsi l’audizione in Parlamento del Ministro Dario Franceschini il quale, prima si adira contro le opposizioni che chiedevano un decreto ad hoc per il turismo, rispondendo che “le risposte non le dò con le interviste, le dichiarazioni e le promesse, ma con le norme e le risorse”, e poi annuncia una serie di misure/proposte per la cultura e il terzo settore quali, ad esempio il Fondo Unico per lo Spettacolo e una tax credit erogata integralmente anche senza rispettare i parametri previsti (tipo numero serate…..); proposte per il settore del libro e dei musei; misure straordinarie di 130 milioni di euro per il cinema e lo spettacolo; un provvedimento già firmato per un fondo di 20 milioni di euro per la danza, la musica, i circhi e i festival esclusi dal FUS ed un altro, da firmare, per 13 milioni di euro per diritto autore, per musicisti, artisti sotto un certo reddito. In pratica ha nominato tutte quelle professioni coinvolte nelle attività di cultura e spettacolo, ma neppure una per le categorie e le attività direttamente connesse al settore del turismo.
Mi chiedo: possiamo continuare a farci rappresentare da un Ministro/Dicastero che vede il nostro settore, capace di generare il 13% del Pil nazionale (12% del Lazio) ed occupare 4,2 milioni di addetti, da chi sostiene (queste le sue parole) che “lo stato di crisi di un settore è uno strumento che si utilizza quando un settore va in crisi in una situazione di ordinarietà. In questo caso tutta l’Italia è in stato di crisi e le misure che stiamo adottando sono tutte in deroga perché siamo in uno stato di emergenza generale. Alle imprese del settore turismo non interessa né la dichiarazione simbolica dello stato di crisi né il decreto del turismo ad hoc. Gli interessano le norme, le risorse e il modo di agevolare concretamente le loro difficoltà”.