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Roma work in progress e fischi – Vittoria dell’Empoli pienamente meritata

ROMA-EMPOLI 1-2

printDi :: 26 agosto 2024 15:01
ROMA-EMPOLI 1-2

ROMA-EMPOLI 1-2

(AGR) Per la prima della Roma all’Olimpico, i colà convenuti, tifoseria, pubblico in generale, si aspettavano ben altro: una Roma arrembante, volitiva, che trasmettesse urbi et orbi la sua voglia di vittoria a suon di goal. Invece, a parte le due andate a vuoto di Dobvyk a inizio gara, che non arriva in tempo sul pallone, e il tiro di Pellegrini che finisce fuori, nel primo tempo era proprio l’Empoli a menare le danze; più volte i toscani, scevri da qualsiasi timore reverenziale nei confronti della blasonata avversaria, sorprendevano le retrovie giallorosse. Nei primi quarantacinque minuti, abbiamo contato quattro occasioni capitate all’Empoli, di cui almeno tre piuttosto nette, per andare in vantaggio: la prima con Gyasi che, liberissimo, difensori romanisti chissà dove, va vicino al goal, poi, Colombo manda sulla traversa una ribattuta di Svilar su tiro a botta sicura di Fazzini.

Vogliamo sottolineare che questo continuo scorrazzare empolese, che sfocia sempre in pericolosi tiri cui Svilar riesce sempre a mettere una pezza, non nasce da casualità, deviazioni fortunose, rimpalli favorevoli o altro, ma è frutto di manovre ben costruite, portate avanti con ordine, che solo per l’imprecisione degli empolesi ma soprattutto per la bravura di Svilar non diventano goal. La buona sorte della Roma viene meno al 45’, quando, a coronamento di una veloce ripartenza dell’Empoli, il pallone arriva a Gyasi che, di testa, batte Svilar. In questa prima parte di gara, la Roma è quella già vista contro il Cagliari, sonnolenta e compassata, che sembra avere la testa chissà dove: giocatori sovente fuori posizione, errori anche elementari nei disimpegni, inutili ritorni di palloni al portiere: tutte cose che, quando non rallentano l’azione, spiazzano ora i difensori ora le linee mediane della squadra, con il risultato che il pallone va a finire tra i piedi degli avversari.

 
Aggiungeteci poi le giocatine, chiamiamole così, di Soulè, del tutto fini a sè stesse, quindi inutili, e la pressoché statica immobilità di Dobvik, e vi spiegherete perché, sì, il pallone arriva sui piedi o nei pressi dei due, ma poi per la voglia di piacersi addosso del primo e per la già citata immobilità del secondo, dovuta forse, vogliamo crederlo, alla sua non completa assimilazione degli schemi di mr. De Rossi, quanto viene elaborato dai romanisti si infrange già ai trentacinque metri avversari.

In sintesi, ne risulta un primo tempo piuttosto moscio da parte giallorossa, condotto brillantemente, invece, da parte empolese, che l’ha messa sulla velocità, cosa che sorprende non poco e sovente la Roma. Di lì a poco, le squadre vanno al riposo con l’Empoli che, visto il suo bel primo tempo, intravede ottime prospettive di uscire imbattuto dall’Olimpico, mentre la Roma esce accompagnata da sonore bordate di fischi. Nelle riflessioni che vengono buttate giù mentre le squadre sono negli spogliatoi, emergono considerazioni del tipo ma sì, vedrai che nel secondo tempo la Roma imporrà la sua classe e la sua qualità.

In effetti, al rientro, la Roma prendeva il sopravvento, rafforzando così la convinzione, piuttosto generalizzata, che, operato il necessario cambio di passo, nel prosieguo sarebbe riuscita a portare a casa i tre punti. Invece, a sorte che ora è benevola con l’Empoli, nella parte iniziale della ripresa, prima Pellegrini e poi Mancini mandano sul palo due palloni piuttosto facili da insaccare: forse, i due legni segnalano che, per i giallorossi, ‘oggi non è giornata’. Di contro, l’Empoli manda dentro Esposito: aumenta la dinamicità della squadra toscana, il ragazzo è un autentico satanasso e Paredes, suo guardiano, alla fine non trova di meglio che commettere fallo da rigore, che viene trasformato da Colombo. Con l’Empoli sul doppio vantaggio, la Roma si sveglia e si riversa in massa nella metà campo avversaria.

Corre il 61’ e, dice, non è mai troppo tardi, ma con l’Empoli che da tempo ha preso le misure all’avversaria e ora va chiudendo, giustamente, ogni varco possibile, i minuti che restano, una trentina, potrebbero non bastare, come in affetti non basteranno, alla Roma per arrivare al pareggio e poi sperare. Arrivano, tuttavia, le occasioni per Dybala e Le Fee, ma il pallone non vuole proprio entrare nella porta empolese, poi, spingi spingi, all’80’ la Roma va in velocità, il pallone arriva a Baldanzi che inventa un’autentica magia: un cross meraviglioso per la testa di Shomurodov che insacca imparabilmente: esulta la tifoseria, si riaccendono le speranze. Ai venti metri dell’Empoli c’è un gran traffico, l’assedio romanista è ancor più soffocante, arriva il terzo palo romanista, autore Dybala, ma l’Empoli rimane lucido, tiene botta ordinatamente e si porta a casa i tre punti, con pieno merito.

 

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